Cobain. Con la Smemo piena di frasi firmate Kurt tra parentesi (o tra due trattini, nel 2000 andava di moda così), fu proprio la Butty a farmelo conoscere. Non che non avessi mai sentito il suo nome: leggevo dal '97 il mitico Tutto Musica morto misteriosamente nel 2004 e Luca Valtorta, a cui devo una piccola ma consistente percentuale della mia cultura musicale, ne parlava spesso. Mi decisi quindi a comprare - era il luglio del 2001 - Nevermind, l'album che non mancava mai nella rubrichetta dedicata alle top five degli album preferiti dagli artisti intervistati da Tutto Musica. Lo trovai da Mediaworld presso l'Oriocenter e lo comprai con la cassetta di El Topo Grand Hotel dei Timoria perché ricordo che mi piaceva tanto Sole Spento. Fu un'estate in cui stampai i testi e le traduzioni delle canzoni di Nevermind da siti costruiti con GeoCities, ossia il paleolitico inferiore del Web di oggi: siti 1.0 che ora hanno lo stesso effetto visivo degli arcade game anni '80, sfondi bruttissimi e gif imbarazzanti, a volte da epilessia pura; immagini che non si aprivano e allora formavano il riquadro con la x in rosso; GeoCities che ospitava siti come Rotten, le foto degli avvistamenti degli UFO e le anticipazioni di Dawson's Creek - come mai già nel 2000 si sapeva che Jen sarebbe morta?
Beh, Nevermind me lo mangiai. Prontamente trasferito da cd a cassetta (avevo ancora il walkman), lo ascoltavo mattina e sera. Scrissi in onore di quel poeta maledetto biondo una canzone intitolata "Sto ascoltando la voce di un morto". [Che poi, a ben pensarci, l'illuminazione adolescenziale sui Nirvana la ebbi il 30 Aprile 2001 quando assistetti in diretta alla transazione TMC2-MTV e la prima cosa che mandarono fu proprio il celeberrimo concerto Unplugged in New York con quella luce soffusa e quei bellissimi fiori, chissà che fiori erano.]
Poco tempo dopo, era un sabato, me lo ricordo bene, il 22 Settembre 2001, comprai la mia prima chitarra e iniziai a suonare. Imparai le posizioni degli accordi pagando 50000 Lire un corso di 9 mesi all'oratorio, un posto dove non ero mai stata. Dopo pochi mesi iniziai a suonare da sola, imparando come autodidatta, ascoltando tanto le canzoni e scaricando da siti GeoCities le tablature dei Nirvana: la prima fu About a Girl, molto semplice perché inizia col Mi minore Sol ma poi c'ha i barré tipo Sol diesis e cose così, per cui mi limitavo a fare il verso. Una ancor più facile da fare era sicuramente Polly: Mi minore Sol Re Do oppure Come As You Are con quel Mi minore che diventa maggiore nel ritornello. Pennyroyal Tea era quella che mi piaceva di più suonare perché in quel periodo, dicembre del 2001, ero fissata con il giro di Do, e il La minore era diventato, per qualche oscuro motivo, il mio accordo preferito. La suonavo male, però, perché il Sib lo facevo diventare Re minore, e cambiava completamente l'andamento dell'urlo su "tea" o "-ty" di "royalty".
Sì, perché le canzoni dei Nirvana erano azzeccatissime per iniziare a suonare: hanno un sacco di giri semplicissimi (Sappy, Sliver, Rape Me, All Apologies, Heart Shaped Box, Dumb, Something in the Way) ma efficaci e perfetti per le linee vocali di Kurt. Anzi, sembrano incollati sopra. Incollati come il poster che mi regalò la ragazza che mi dava lezioni di matematica per il mio 16° compleanno: lo misi sopra la madonnina in gesso che avevo fatto in terza elementare. Tutto il 2002 lo trascorsi a suonare le canzoni un po' più "difficili", In Bloom, Lithium, On a Plain, Drain You (forse le mie preferite di Nevermind), Serve the Servants (con quel ritornello così anni '60) e Smells Like Teen Spirit (per la quale attaccai il distorsore alla mia chitarra acustica), ma soprattutto Lake of Fire e Plateau che ok, non erano loro ma dei Meat Puppets, ma m'erano rimaste così impresse che le volevo imparare. (Ah, ma Kurt Cobain quanto digrignava i denti durante quell'Unplugged storico?)
Ricordo che 10 anni fa continuavo a pensare dove ero e cosa facevo nel 1994, quando Kurt s'era sparato, e mi sforzavo di trovare una qualche notizia assorbita dall'incoscio, una memoria sopita, una foto su un giornale. Cercavo di riportare a galla ricordi inesistenti. L'unica immagine che mi veniva in mente ero io in cucina a fare i compiti, aspettando alle 16 i Power Rangers.
Beh, 10 anni dopo cosa mi rimane di quel tardivo periodo grunge (con tanto di maglioni sformati, capelli sulle spalle e jeans sbragati)? Ora che il poster di Kurt non c'è più - manco la madonnina - che la mia adolescenza è passata da un pezzo, e che ho lasciato a Tommaso Pincio, appassionato quanto me di Cobain, l'unica copia di uno scritto su Kurt e il Giovane Holden? Dopo avide letture delle biografie e dei diari di Cobain? Dopo aver suonato e risuonato così tanto le sue canzoni da avere la sicurezza matematica di saperle suonare e risuonare ancora tra 10 anni, a memoria, accordi&parole?
Posso solo citare un passaggio del libro di Salinger che parla di Holden, ma anche di Kurt, e forse di altri:
il capitombolo che ti stai preparando a fare...è un tipo speciale di capitombolo, orribile. A chi precipita non è permesso di accorgersi né di sentirsi quando tocca il fondo. Continua soltanto a precipitare giù. Questa bella combinazione è destinata agli uomini che, in un momento o nell'altro della loro vita, hanno cercato qualcosa che il loro ambiente non poteva dargli. O che loro pensavano che il loro ambiente non potesse dargli. Sicché hanno smesso di cercare. Hanno smesso di cercare ancor prima di aver veramente cominciato...