lunedì 11 luglio 2011

Passammo l'estate su una spiaggia solitaria: il RETRORMENTONE

"Esistono due tipi di nostalgia. "La prima, la nostalgia personale, è legata alle esperienze personali dirette dell'individuo. La seconda, è la nostalgia storica, relativa a un periodo non vissuto personalmente. La prima evoca la consapevolezza di sé, la seconda l'empatia."
Carlo Meo, Vintage Marketing (2010)
Retro-manie. Revisionismi. Remix. Recuperi. Rimandi. Ritorni&Ricicli.
Ondate calde di synth analogici, primi digitalismi e immagini sfuocate. Ritmi ballabili. Sessanta-settanta-ottanta-novanta fagocitati, masticati, sputati e riproposti in un inedito déjà-vu.
Se non ha più senso parlare di "nuovo", ecco che entra in gioco il Retrormentone.
Non affanniamoci a cercare il pezzo dell'estate 2011, limitiamoci a spulciare in rete pescando alcuni pezzi, famosi e non, che fin dalla prima nota fanno scattare er sentimento nostalgico e, perché no, il piedino.



2005. Mamma me la canta per la prima volta - lei che nell'81 aveva 23 anni.
2007. La Lisa ed io la balliamo sull'onda di ricordi mai vissuti.
N.B. Lisa, la mia adorabile compagna di banco per quasi 5 anni di liceo, detta anche Nefe per la lampante somiglianza con la statua della regina egizia, ha avuto un'evoluzione musicale notevole. Da Gigi D'Agostino e Gemelli Diversi, fino a Battisti e Radiohead ed Elliott Smith, passando per le Vibrazioni, Gianni Togni (sì, quello di Luna, canzone che la Lisa mi raccontò essere stata la colonna sonora della sua estate 2002. "Oh Zilla, ho scoperto una canzone bellissima. Si chiama Oblò") e Umberto Tozzi. Sì, perché la Lisa era capace di addormentarsi con Ti amo ascoltata 17 volte di seguito.
2011, trent'anni dopo. Questa canzone sarebbe potuta essere scritta ora. C'è tutto: synth retro, un testo post-moderno, ma soprattutto lei. Un look che ora spopola. T-shirt comoda di Mickey Mouse. Gonna in pelle rossa. Frangetta. Visetto da brava ragazza. Hipster malgré soi.

Fino ai 14 anni ho posseduto - e me ne vantavo un sacco - una t-shirt con Topolino, appartenuta a mia zia nei primi anni '80 e scartata nel '95, stampata sia davanti che dietro. Dietro si poteva ammirare il sederone di M.M.; davanti la sua facciona sorridente mentre, con le manone guantate, faceva finta di aprire uno squarcio nella maglia (come a scostare le tende di un sipario), producendo così un ottimo effetto di "trapassamento di corpo". Sì, lo so, non so spiegarlo. L'effetto era gran fico.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

quanto sei bella