mercoledì 6 luglio 2011

Rimini, Riccione, capisci?, un altro mondo.


"Porca puttana".
Mi volto e, faccia al sole, scorgo accanto a me un energumeno.
"Scusa, è un'espressione", si affretta a dirmi. "Cazzo di caldo." 1 metro e 80 per (a occhio e croce) 120 chili. Una stazza che mi ricorda Pumba. Un modo di muoversi di chi è in pasta. E se non lo fosse, beh, sarebbe preoccupante pensare che c'è gente così non alterata dalle droghe.
"No, è che vengo da Rimini, e ora torno sulle montagne con le capre, cioé...". Gli chiedo se intende dire Bergamo. "Seh, magari Bergamo, da Clusone. Però io sono di Milano". Noto che lo spostamento Rimini-Clusone è anche un bel cambiamento di paesaggio. Gli chiedo quanto sia stato a Rimini, dandogli del lei. "Ma dammi del tu, cazzo, voi bergamaschi siete tutti così, chiusi!! Si vive una volta sola, cazzo! Secondo te quanti anni ho?". Replico che si vive una volta sola anche dando del lei agli sconosciuti che s'incontrano aspettando il treno. Pumba avrà 30 anni al massimo. "Sì, 28. E cosa mi dai del lei?".
Lo sopporto a malapena. L'accento da bauscia che tutto vuole fuorché essere considerato ignorante e chiuso come i bergamaschi (che poi i bergamaschi sono davvero così??), per poi risultare ancor più ignorante e chiuso; l'abbronzatura atomica (mi chiede persino se gli sembravo olivastro); la mimica da fattanza o presunta tale (avete presente alcuni topi cattivi dei cartoni animati?). In più mi chiede se so quanti soldi servono per aprire un bar.
Arriva il treno e penso che la mia salvezza sia vicina.
E invece no.
Sul treno me lo ritrovo accanto, dopo aver cambiato posto 3 volte (lui) in preda a non so quale danza di s. Vito. Mi riattacca bottone rincarando la dose sui bergamaschi. Secondo lui i veneti, i romagnoli, perfino i bresciani sono ben più affabili. Siamo in sostanza dei pecoroni pettegoli che non capiscono le battute. E a me dipinge come una perfettina, una ragazza tranquilla solo perché a Riccione non ci sono mai stata.
"Rimini, Riccione, capisci? Un altro mondo."
E quindi ribatto. Con sottile ironia rido di lui. Della sua grassa ignoranza che cola dai bordi come lui sta colando dal caldo.
"Nessuno può arrogarsi il diritto di giudicare il comportamento di un'altra persona. L'unica arma che si può avere in mano è la critica. Essere critici è un diritto e a volte quasi un dovere. Essere critici può tracciare una linea di demarcazione con il becerismo e l'essere accomodanti."
Lui non capisce. Mi saluta. Gli auguro buona doccia.
"Perché, puzzo??"

1 commenti:

Benny ha detto...

Meno male che non c'ero.
Sei per caso dotata della proverbiale pazienza di Giobbe (non Covatta, eh. Beh forse anche la sua...)

F.