domenica 27 febbraio 2011

La femme qui marche (à A. Giacometti)

La bellezza uccide
punge
distorce lo sguardo
lo fa volgere altrove,
su lidi mediocri
su aliti di vento tiepido
su lingue di terra dove né te né io poggeremo i nostri palmi.
La bellezza che esce dalla cornice
che rompe le barriere
e ti porge la mano,
ti accarezza e ti stringe,
poi ti dice addio, arrivederci, e ancora addio.
L'ho incontrata un giorno
e sono inciampata in me stessa.
Spiazzante,
la purezza della malattia.

giovedì 24 febbraio 2011

Forme tondeggianti vagamente cuore

Vorrei avere un tratto pen che fila via leggero e zigzaga intorno alla tua mano. Avrò il suo contorno e stringerò quello quando sono sola. Un pezzo di carta bidimensionale come i guanti del supermercato che non riesci mai a prenderne uno, è un mistero, te ne ritrovi sempre due o tre, e ancora più buffo quando metti il pollice nel mignolo e maneggi un pomodoro come se fosse la prima volta. E poi sostare al reparto cartoleria come da piccola ad ammirare tutti i colori degli evidenziatori gialloverdeazzurrocielo e quel colore indistinto tra l'amaranto e il salmone che più che sottolineare martoriava la pagina. E sentire la carta ruvida dei fogli formato a5 non so se sia giusto il formato comunque quelli per disegnare. A me piaceva vedere come si consumavano col tempo i triangolini che fermavano i fogli sui 4 angoli. E perdere tempo a scegliere il diario, quasi si appoggiava l'orecchio e si batteva per sentire se era buono, come si fa con i cocomeri.
Poi sono dovuta crescere, ma i miei 5 minuti con i colori ancora ce li ho. Mi sfrego forte gli occhi....e lascio la mano. Poi vedi che succede.

Nils Frahm - Said and Done

mercoledì 23 febbraio 2011

Réclame

Penguin Cafe Orchestra su Rieducational Channel.

sabato 19 febbraio 2011

Cala il sipario sui tuoi occhi. E poi il buio.

Vi faccio dono di qualcosa che tutti dovrebbero avere.
Non avendolo trovato in rete mi son presa la briga di acquistarlo su iTunes e di condividerlo con voi.
Si tratta di un cd di Gavin Bryars che s'intitola Hommages, uscito nel 1981 e ristampato 3 anni fa. Lo potete trovare qui. Non mi va di condizionarvi dicendovi cosa sia. Se avete voglia di abbandonarvi completamente a un'ora buona di bellezza sublime, vi garantisco che questo disco farà al caso vostro.
Solo per darvi l'idea della genialità di quest'uomo, vi rimando a questo post (il brano di cui si parla non è contenuto in Hommages, però).

Potrei finirla qui, tuttavia per i "malfideti" che prima di comprare/scaricare un disco vogliono qualche indicazione sennò sale l'angoscia e "non sia mai che sprechi 10 minuti per scaricare qualcosa che non mi potrebbe piacere!", ecco lo...

spoiler musicale

Gavin Bryars è un compositore inglese. Paragonerei la sua musica alla corrente minimalista/avantgarde. Philip Glass, Steve Reich, Terry Riley e compagnia bella. Riduttivo.
E' forse jazz. Naaaa. Io lo definirei un Satie con le convulsioni e con la mente che lavora a 3000 idee al secondo. Pezzi al piano, poi vibrafoni e marimbe, cambi di registri magistrali, armonizzazioni audaci e talvolta dissonanti. A volte ricorda il primo disco di Goldfrapp, persino. Badalamenti. O in qualcosa Aphex Twin, tanto per dirvi l'ampia portata della sua musica.
Non abbiate paura. Hommages non vi mangia mica: sono solo note. Forse vi farà fermare il cuore ogni tanto. Forse vi concilierà il sonno. Forse vi accompagnerà nelle notti insonni proprio come sta facendo con me ora.

mercoledì 16 febbraio 2011

W i döner *

Quando avrete letto questo post sarà stato già scritto probabilmente tutto a riguardo.
Si parla di Sanremo.

Sì, perché oggi martedì 15 è ufficialmente iniziato il giostrone musicale più importante della nostra cara Italietta. Nessun terremoto, nessuna rivoluzione: le canzoni presentate rientrano nel tradizionale stile sanremese, tutte con la stessa ammuffita struttura armonica e melodica.
La canzone di Albano, per esempio, è così brutta che secondo me dovrebbe vincere a man bassa.
Un impagabile divertimento è vedere Max Pezzali riproporre lo stesso (nuovo) brano da 15 anni: in un attimo siamo tutti al Jolly Blue, io mi ritrovo con la mente al '93 nella mia vecchia scuola elementare C. Cerioli, circondata dai miei compagni di classe euforici dopo la première di "Come mai" ft. Fiorello ancora col codino, trasmessa da un'allora yuppie Fininvest.
Nell'indimenticabile video Max Pezzali sfoderava un'inquietante dentatura germinata: 46 denti al posto dei normali 32, una cosa che Dario Argento avrebbe potuto sfruttare per qualche suo film. L'arcata inferiore presentava poi una disposizione alla "cazzo de cane" simile alle lapidi del cimitero ebraico di Praga - (cit.)
Impossibile non citare, inoltre, il vitino di vespa e la capigliatura sauvage di Mauro Repetto-viso d'angelo (il River Phoenix dell'alta padana) nella parte dello sfigato romanticone che conquista la gnocca (ma come ci si vestiva male da Dio negli anni '90??) comportandosi come un ossessivo compulsivo. Finale alla We are the world, accendini, cazzi buffi, baci, Pezzali e Fiorello che esultano e il pubblico che applaude.
Insomma, una sublime trashata da far venire le lagrime agli occhi.
Ma torniamo a Pezzali: mia mamma non l'ha visto mica bene e mi ha chiesto: "ma è malato?". E quando mia mamma dice così la sentenza di morte è definitiva. Come la parca che taglia il filo della vita, mia mamma ha predetto la morte di svariati vip, parenti, conoscenti. Se Max l'avesse saputo avrebbe passato metà esibizione con le mani nelle tasche.
Max in effetti non aveva una bella cera. Pareva il fantasma di se stesso. Barba incolta, occhi sempre più spiritati, viso smunto (ma non pesava un quintale prima?), un improbabile abbinamento di giacca e camicia (rigorosamente fuori dai pantaloni, a confermare un certo raffinatissimo stile bovaro).
Ma la cosa più allarmante è stata la voce: sembrava che il nostro Max si fosse sfranto di elio pochi secondi prima dell'entrata in scena o che lo spirito di Topo Gigio si fosse incarnato nel suo corpicino. Esilarante, in tutti i sensi.
Per quanto riguarda gli altri segnalo un'Anna Tatangelo che omaggia "Anna Oxa a Sanremo conciata come una punk londinese" (e me la cacciano via così subito??? Sono tutti fuori di melone), una fattissima Patty Pravo con un filo di voce (in corso la sua trasformazione da umana a sfinx), e un Battiato buttato lì nella mischia che con una sola frase cantata riesce nell'impresa impossibile di dare un perché a un ennesimo festival tristissimo - per questo da seguire.

Il momento migliore della prima serata esula dalle performance canore degli artisti in gara. Sono le 22.20 circa e Morandi annuncia l'entrata in scena di Belen ed Elisabetta Canalis, il motivo per cui l'80% della gente stava ancora seguendo il festival dopo un'ora.
Un momento surreale che vale la pena di commentare passo dopo passo (e che potete vedere qui, selezionando - ostinatamente, il funzionamento non è immediato - il video sulle primedonne di Sanremo).
S'inizia con una goffa presentazione di Morandi che si muove quasi tenendo il ritmo delle sue parole - eroico il cameraman a non farsi venire il mal di mare.
Ed eccole, loro. Rullo di tamburi e due flash rosso e blu. Mano nella mano (ad un certo punto ho perfino pensato che si sarebbero limonate in diretta), Elisabetta trascina Belen con un passo falcato che mette in difficoltà l'argentina.
Ora: mettete in mute il video e fate partire Die Roboter dei Kraftwerk. Il risultato sarà sorprendente. Belen e la Canalis non riescono manco a muoversi, sono rigide e inamidate, paludate, come se le avessero tolte 5 secondi prima dal congelatore dove la Rai tiene Mirigliani per 360 giorni all'anno (qualcuno l'ha mai visto a piede libero al di fuori dei 3/4 giorni di Miss Italia?).
Ferme come stoccafissi, paralizzate come due belle statuine, sembrano due che le imitano.
E mentre sorridono nelle mie orecchie risuona Wir funktionieren automatik Jetzt wollen wir tanzen mechanik.
Epico quasi come il nuovo video di Vasco.

* un'epifania mentre percorrevo Via S. Bernardino. Una scritta sul muro proprio accanto al Kebabbaro "Kebap Instanbul": W i döner, un astuto gioco di parole tra "donne" in dialetto bergamasco (le donne= i döne) e il panino caldo imbottito più buono che ci sia. Commovente.

lunedì 14 febbraio 2011

Ridi, sei su Candid Camera!

Bum, senza preavviso. Roba da mandare al camposanto tutti i deboli di cuore.
Sabato 19 Febbraio esce il nuovo disco dei Radiohead.
Andare qui, versare 7 euri (con una cifra del genere non ti prendi manco due kebab), aspettare 5 giorni.
5 GIORNI.

e quindi, per controbilanciare una notizia del genere, finite qui, ma soprattutto qui.

Ma seriamente, se incontrate uno cosi in giro, non vi viene da pensare che possa essere scappato da qualche casa di cura? (cit.)

domenica 13 febbraio 2011

Scegliete la vita

Come scomparire completamente (e non essere più trovato).
C'è un metodo infallibile per far passare il singhiozzo.
"Se me ne fai uno adesso ti do 10 euro. Ma adesso! Dico adesso! Eh, non fra 10 secondi, ora, dai!" E quando arrivava l'hic! (se arrivava, perché il metodo psicologico funziona davvero) era troppo tardi.

Sento tutta questa gente che mi dice che ho fatto bene a mollare Facebook. E che anche loro vorrebbero farlo. Perché Facebook è diventata per loro una droghetta, una mania, un singhiozzo.
Se lo mollate ora vi do 10 euro.
Ma ora. Dico ADESSO.

Staccatevi da quei 450 amici che avete. Staccatevi da foto, eventi, inviti, richieste. Non vivete le vite degli altri. Non mettete in mostra le vostre pose, frasi, citazioni migliori. Non andate ai concerti con le reflex solo per fare vedere quanto siete uguali agli altri. Mettetevi i pantaloni a zampa larga. Mangiate il minestrone. Vestitevi di marrone, usate le losanghe, mollate le righe. Non leggete le recensioni di un disco prima di scaricarlo. Non guardate i film di un regista morto da poco perché è cool. Evitate l'hype. Evitate le solite interiezioni di cui tutti abusano. Non aprite un blog con grandi pretese intellettuali. Gettate la maschera. Siate innamorati di qualcosa per più di 10 minuti. Siate depressi e fieri di esserlo. Siate estremamente e disperatamente semplici nelle vostre intenzioni. Siate voi a fare la prima mossa, non aspettate gli altri, non fatevi desiderare. Siate timidi e siate noiosi (all'occorrenza).
Siate soli. Finalmente soli.


giovedì 10 febbraio 2011

What do you expect us to say after that?

James Blake rifà la mia canzone preferita.
E la rifà da Dio.

Il cerchio si chiude.

James Blake - A Case of You (Joni Mitchell cover) @BBC 1, 9 Febbraio 2011
Per scaricare l'mp3: qui

lunedì 7 febbraio 2011

No hay banda. (o: non è musica per uomini)

Da ieri sto cercando di capire se Anna Calvi, ultimo feticcio dell'hype musicale, è bella o no.
Avrà anche un visino caruccio, ma sotto quei litri di rimmel, ombretto e rossetto, fatico a scorgerlo e mi pare di tornare con la mente a 14 anni fa, quando il mascherone di Geri Halliwell delle Spice Girls mi incuteva timore. Quella mise da battona che manco la Carla, la mia parrucchiera (ops, ex), osava esibire, era imposta dalla schiavista Virgin Records che aveva cucito addosso alla povera Geri lo scomodo (ma efficace poiché controbilanciava l'angelica Emma) ruolo di ragazza tentatrice.
Da qui il trucco pesante che la faceva diventare 35enne in pochi minuti nonostante i suoi 24 anni (Anna Tatangelo non l'ha mai dichiarato, ma Geri è stata il faro della sua adolescenza di ragazza di periferia); gli abiti succinti, patriottici e all'occorrenza servi dell'alleato americano; gli stivali con le zeppe; dulcis in fundo le indimenticabili superchiome arancioni rosse per le quali venne ribattezzata Ginger Spice. In realtà, come proprio nella canzone degli Offlaga Disco Pax, Geri Halliwell era bionda.
Lo scoprimmo nel 2001, quando Geri si presentò al mondo con 30 chili in meno e un'imbarazzante controfigura danzante. Quel brano mi ricorda tante cose: la fine della seconda superiore e il Tutto musica (rip) che aveva inserito il testo in quanto "canzone del mese"; l'isterismo provinciale per Mi Chico Latino manifestato dalla madre della mia amica di cortile, fan (la madre, non la figlia) di Bryan Adams e Lene Marlin. Ricordo anche che smisi di ascoltare le boy band. Sì, perché nel biennio 1999-2000 le pere di Five e Backstreet Boys me le facevo anch'io - e le rivendico con orgoglio.
Ma questa è un'altra storia.
Si parlava di Anna Calvi e della sua presunta bellezza. Di sicuro ha dei denti da vampiro. E manco questo depone a suo favore perché mi porta alla memoria questo che a 13 anni mi faceva letteralmente cagare sotto dalla paura ma che, rivisto col senno di poi, reputo uno dei video più interessanti degli ultimi 15 anni.
Ho ancora divagato. Si diceva: Anna Calvi e i suoi denti da vampira. Anna Calvi è lesbica? Chissà. Di certo è sexy, assomiglia a Eva Green, ha una voce profonda e suona davvero bene la chitarra. Elettrica.

Piccola parentesi:

Anche se non lo sosterranno mai a gran voce, gli uomini si sono sempre sentiti musicalmente superiori alle donne. A partire dalla musica suonata fino ad arrivare ai gusti o alle capacità critiche, la musica sembra essere appannaggio del pene.
Un pene mai domo che ostenta la propria cultura su forum e fa a gara a chi ne sa di più. Un pene che con un accordo ti fa una canzone - però è un pene hipster e piacione. Un pene che reagisce d'istinto se s'imbatte in una donna che lo mette in difficoltà perché stranamente ne sa quanto lui.
Insomma: la storia è sempre quella. Perfino quando si parla di musica suonata ci s'imbatte in imbarazzanti dualismi. L'uomo ha la tecnica, la donna l'emozione. L'uomo è diretto, la donna circonfonde. L'uomo compone, la donna interpreta.
L'effetto appare inevitabile: la donna appare come uno strumento (o canale) secondario perché durante il processo compositivo ha un peso minore, quasi nullo. La donna è pura immagine, voce, colore, atmosfera.
Tutto ciò è di una tristezza desolante. Per questo innalzo le mie lodi e le mie odi a Victoria Legrand, sacerdotessa algida uscita direttamente da un disegno di Gustave Moreau, ma anche a Jana Hunter (amica - o forse qualcosina di più? - della Legrand) e i suoi Lower Dens; a Cat Power, nervosa sul palco, irrisolta, d'una bellezza criminale; a Charlotte Gainsbourg che c'ha un filo di voce e non si può dire sia propriamente bella, ma cristo, solo lei ha quel divino (e paterno) broncio scazzato!; a quel miracolo che risponde al nome di PJ Harvey; e a tutte le donne, lesbiche o etero, che fan musica e che verranno trattate con sottile ed invisibile pregiudizio: vi amo, vi comprendo.

fine parentesi

Quindi, ritornando a bomba: Anna Calvi.
Nella mia incertezza intellettuale riguardo la sua bellezza, posso solo dire che la vedremo nel prossimo film di Lynch, in una scena come questa, ci canterà The Devil e poi sverrà.
No hay banda. No hay banda.

sabato 5 febbraio 2011

Wow, intervisto i Verdena!

Martedì 8, verso le 13.20, se non avete nulla da fare, andate qui e schiacciate play.
Se vi piacciono i Verdena allora beccatevi lo speciale che sto preparando e che ripercorre la discografia dei nostri. Dura un'oretta e qualcosina di più.
Poi, alle 14.40, intervisto telefonicamente Alberto Ferrari. Quattro chiacchiere, qualche domanda, e forse se sono in vena rifaccio questa cosa qui che è imbarazzante. Ma, come diceva il mai troppo compianto Toto Cutugno (ah, non è morto?), lasciatemi cantare, perché ne sono fiero, sono un italiano, un italiano vero.

Insomma, sintonizzatevi.

Aggiornamento 9/2
Clicca qui per scaricare il file (110mb), sono 50 minuti (speciale senza brani che dura 10 minuti, intervista con Alberto in due parti - interrotta perché caduta la linea, quindi trasmessa Per sbaglio, poi in chiusura Lei disse; l'intervista sola è durata 30 minuti circa)

Per ascoltare su Youtube solo l'intervista:

giovedì 3 febbraio 2011

La poetica del vaffanculo (from Barcelona to Barcelona)

Nelle ultime 24 ore pare essere successo di tutto nel mondo. Ruby è incinta e si sposa. I White Stripes si sono sciolti. Amy Winehouse torna in Italia - il direttore dell'hotel dove pernotterà sta già iniziando a rifornire il minibar. Napolitaner in visita qui a Bergamo - il Comune ha ammortizzato le spese per le decorazioni togliendo dalla soffitta le bandiere recentemente usate per l'ultimo raduno degli alpini (e ancora sporche di rosso e di grapì).
Ma soprattutto le mie ultime 36 ore sono idealmente gravitate intorno alla città di Barcellona.

Da Barcellona è tornato per un breve, brevissimo, fulmineo soggiorno italiano il-mio-ex. Sì, quello lì. Ne avevo parlato qui, ma anche qui e credo di averlo inserito da qualche altra parte, che noia. Insomma, quello lì che non sentivo-vedevo da due anni. Quello che non mi ha più cercato e nemmeno -ehm- io -ehm- l'ho -ehm- fatto (carissimo Pinocchio, amico dei giorni più lieti, di tutti i miei segreti.........).
Ok, sì, ho mandato al suo (defunto?) numero di cellulare italiano 3 messaggi (nell'arco di due anni!) per sapere come stava. In questi due anni i dispacci sulla sua salute e/o vita provenivano da occasionali incontri coi suoi amici che, vedendomi, si sentivano in obbligo (o forse non trovavano altri argomenti per evitare imbarazzanti silenzi dopo il "ciao!") di parlarmi di lui.
Eh, sì, ora sta in Spagna. Eh sì, l'ho sentito l'altro giorno. Eh sì, ora sta in vacanza in Sudamerica. Eh sì, è venuto a Bergamo per 2 giorni.
Una volta, credo quest'estate, gli scrissi anche una mail. Senza mai ricevere una risposta.

Martedì me lo ritrovo a 10 metri di distanza mentre sto per salire su un autobus per tornare a casa.
Sliding Doors.
Potevo anche non vederlo. Potevo non notare il motorino bianco. Potevo rimanere nel mio mondo, cullata dai Lower Dens che avevo in cuffia, avrei preso il bus e sarei tornata a casa, continuando a scrivere la tesi. Sarebbe andata così.
Invece ho girato la testa a destra. E ho visto quei cazzo di occhiali da sole Vuarnet. E quei cazzo di capelli informi (se li taglia da soli). E ho pure sentito quella cazzo di voce.
Il tempo di fare 3 passi e di chiamarlo che mette il casco e parte con la moto. Non mi ha sentito.
Allora inizio a correre. E mi faccio Propilei-via Zambonate in 40 secondi (per chi non conosce Bergamo sto parlando di 400 metri) come Forrest Gump, come una cogliona, diciamocelo, perché lo spettacolo non doveva essere dei migliori: occhialoni tipo Moz sballonzolanti, borsa (grossa) a tracolla che faceva suegiù e suegiù, fiato corto, corsa poco fluida (duemesifamisonorottaduelegamentidellacaviglia) e cuffie sul collo coi Lower Dens che ancora intonavano questa:



Sembrava l'inizio di Trainspotting, però più sfigato.
Ma in quel momento ero la regina del fucking everything.
Due anni che non lo vedevo, me lo trovo davanti, lo chiamo, non mi sente, mette in moto (mmmhhh, tutto questo mi ricorda la scena di un film, ma quale???): lo rincorro. (Bridget Jones, forse??? Che alto modello di riferimento!)
In tutto questo scenario c'è da aggiungere che lui, anche se m'avesse visto, non m'avrebbe riconosciuto: con quegli occhialoni da Moz e quel taglio da Moz e poi avevo le cuffie, cioé, mai avrebbe pensato "toh, c'è la Vale".
Insomma, immaginatevi un caso umano che stabilisce un nuovo record dei 400 metri piani e che è talmente fortunata da riuscire a raggiungere quel cazzo di motorino bianco che nel frattempo, fermo al semaforo - rosso, poi verde - ha messo la freccia a sinistra ed è piantato in mezzo alla strada, e quel caso umano urli un nome con tutta la forza che ha in corpo, col desiderio di farsi sentire da uno col casco che si trova a dieci metri di distanza, replicando così l'indimenticata scena di Sister Act in cui la Whoopie Goldberg tocca la pancia alla suoretta Maria Roberta e le fa uscire tutta la voce che c'ha in corpo, "come se dovesse farsi sentire da un tizio in fondo alla sala....."

(uguale, però nessuno mi stava spingendo la mano sulla pancia in quel momento e l'ultima volta che l'hanno fatto, il mese scorso, si è trattato di una piacevolissima colonscopia)

Lui si volta e fa un'espressione in cui convergono duecentocinquanta processi mentali per la durata totale di 2 secondi: echicazz'è?, aspetta questo lo conosco, aspetta questA lA conosco, la Vale??????, la Vale!!! la Vale?!?!?!?!?!
Tra l'attonito e l'incredulo, il sorpreso e lo scioccato, l'imbarazzato e il "ma quanto cazzo è diventata lesbica?", il-mio-ex (da pronunciare tutt'attaccato come se fosse un nome proprio) accosta, andiamo a bere un caffé, non sembrano passati due anni ma due minuti, o forse due secoli, e io tento di mettere assieme dei pezzi scollati, di collegare i puntini come nel gioco della settimana enigmistica perché la persona che ho davanti mi pare uno sconosciuto la cui faccia mi dice qualcosa, mi dice tanto.
Più parlo più m'arrabbio.
E la cosa più intelligente che mi viene da dirgli è che a fine maggio sarò proprio a Barcellona per un festival (e mi fa pure strano pronunciare la parole "indie" e tentare di spiegargli cosa sia prendendo come esempio i Belle&Sebastian ma è come se parlassi di fisica quantistica a un appassionato di storia del medioevo). E la cosa più stupida che mi viene da fare la scorsa notte è quella di fargli un cd di elettronica ("ormai è da tempo che non ascolto più musica") che contiene Aphex Twin, Boards of Canada, Bibio, Four Tet con e senza Burial, Flying Lotus, James Blake, Memory Tapes, Neon Indian e Nathan Fake. La vetta della coglionaggione è andare in aeroporto oggi mercoledì 2 febbraio zeroundici alle ore 19.30, chiamare il suo (non più defunto) numero italiano e saperlo già all'imbarco, un'ora e mezza prima della partenza. Sentirmi dire, con un tono piatto come le mie tette, che non c'era proprio modo di vedersi e di dargli il cd a meno che "non prendessi un biglietto per Barcellona e m'imbarcassi".

ah-ah-ah. Battista, la raspa, la piuma non basta.

Peccato che la checkinista piastrata mi dica che "è fattibile, basta che la persona interessata esca dall'imbarco e avvisi il personale".
Ma ripenso in sequenza: alla battuta di merda, al suo tono piatto, al suo entusiasmo assente e mando affanculo, altrettanto in sequenza: lui, il cd, me, ancora lui, me di nuovo.
Quindi torno a casa, scopro che al Primavera si sono aggiunti dei nomoni, e uno di quei nomi è proprio quel James Blake lì di cui ho scritto poco tempo fa. Quel James Blake che avevo masterizzato al-mio-ex. E quindi un terzo, lungo, brioso vaffanculo a lui, il-mio-ex, che ha sempre avuto dei dozzinalissimi gusti musicali.


on air: Girls - Lust for Life