mercoledì 16 febbraio 2011

W i döner *

Quando avrete letto questo post sarà stato già scritto probabilmente tutto a riguardo.
Si parla di Sanremo.

Sì, perché oggi martedì 15 è ufficialmente iniziato il giostrone musicale più importante della nostra cara Italietta. Nessun terremoto, nessuna rivoluzione: le canzoni presentate rientrano nel tradizionale stile sanremese, tutte con la stessa ammuffita struttura armonica e melodica.
La canzone di Albano, per esempio, è così brutta che secondo me dovrebbe vincere a man bassa.
Un impagabile divertimento è vedere Max Pezzali riproporre lo stesso (nuovo) brano da 15 anni: in un attimo siamo tutti al Jolly Blue, io mi ritrovo con la mente al '93 nella mia vecchia scuola elementare C. Cerioli, circondata dai miei compagni di classe euforici dopo la première di "Come mai" ft. Fiorello ancora col codino, trasmessa da un'allora yuppie Fininvest.
Nell'indimenticabile video Max Pezzali sfoderava un'inquietante dentatura germinata: 46 denti al posto dei normali 32, una cosa che Dario Argento avrebbe potuto sfruttare per qualche suo film. L'arcata inferiore presentava poi una disposizione alla "cazzo de cane" simile alle lapidi del cimitero ebraico di Praga - (cit.)
Impossibile non citare, inoltre, il vitino di vespa e la capigliatura sauvage di Mauro Repetto-viso d'angelo (il River Phoenix dell'alta padana) nella parte dello sfigato romanticone che conquista la gnocca (ma come ci si vestiva male da Dio negli anni '90??) comportandosi come un ossessivo compulsivo. Finale alla We are the world, accendini, cazzi buffi, baci, Pezzali e Fiorello che esultano e il pubblico che applaude.
Insomma, una sublime trashata da far venire le lagrime agli occhi.
Ma torniamo a Pezzali: mia mamma non l'ha visto mica bene e mi ha chiesto: "ma è malato?". E quando mia mamma dice così la sentenza di morte è definitiva. Come la parca che taglia il filo della vita, mia mamma ha predetto la morte di svariati vip, parenti, conoscenti. Se Max l'avesse saputo avrebbe passato metà esibizione con le mani nelle tasche.
Max in effetti non aveva una bella cera. Pareva il fantasma di se stesso. Barba incolta, occhi sempre più spiritati, viso smunto (ma non pesava un quintale prima?), un improbabile abbinamento di giacca e camicia (rigorosamente fuori dai pantaloni, a confermare un certo raffinatissimo stile bovaro).
Ma la cosa più allarmante è stata la voce: sembrava che il nostro Max si fosse sfranto di elio pochi secondi prima dell'entrata in scena o che lo spirito di Topo Gigio si fosse incarnato nel suo corpicino. Esilarante, in tutti i sensi.
Per quanto riguarda gli altri segnalo un'Anna Tatangelo che omaggia "Anna Oxa a Sanremo conciata come una punk londinese" (e me la cacciano via così subito??? Sono tutti fuori di melone), una fattissima Patty Pravo con un filo di voce (in corso la sua trasformazione da umana a sfinx), e un Battiato buttato lì nella mischia che con una sola frase cantata riesce nell'impresa impossibile di dare un perché a un ennesimo festival tristissimo - per questo da seguire.

Il momento migliore della prima serata esula dalle performance canore degli artisti in gara. Sono le 22.20 circa e Morandi annuncia l'entrata in scena di Belen ed Elisabetta Canalis, il motivo per cui l'80% della gente stava ancora seguendo il festival dopo un'ora.
Un momento surreale che vale la pena di commentare passo dopo passo (e che potete vedere qui, selezionando - ostinatamente, il funzionamento non è immediato - il video sulle primedonne di Sanremo).
S'inizia con una goffa presentazione di Morandi che si muove quasi tenendo il ritmo delle sue parole - eroico il cameraman a non farsi venire il mal di mare.
Ed eccole, loro. Rullo di tamburi e due flash rosso e blu. Mano nella mano (ad un certo punto ho perfino pensato che si sarebbero limonate in diretta), Elisabetta trascina Belen con un passo falcato che mette in difficoltà l'argentina.
Ora: mettete in mute il video e fate partire Die Roboter dei Kraftwerk. Il risultato sarà sorprendente. Belen e la Canalis non riescono manco a muoversi, sono rigide e inamidate, paludate, come se le avessero tolte 5 secondi prima dal congelatore dove la Rai tiene Mirigliani per 360 giorni all'anno (qualcuno l'ha mai visto a piede libero al di fuori dei 3/4 giorni di Miss Italia?).
Ferme come stoccafissi, paralizzate come due belle statuine, sembrano due che le imitano.
E mentre sorridono nelle mie orecchie risuona Wir funktionieren automatik Jetzt wollen wir tanzen mechanik.
Epico quasi come il nuovo video di Vasco.

* un'epifania mentre percorrevo Via S. Bernardino. Una scritta sul muro proprio accanto al Kebabbaro "Kebap Instanbul": W i döner, un astuto gioco di parole tra "donne" in dialetto bergamasco (le donne= i döne) e il panino caldo imbottito più buono che ci sia. Commovente.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo sapevo...non ti saresti mai sottratta a questo esilerante commento...lo aspettavo.
Come sempre perfetto, nel tuo stile.
Grazie per il sorriso che mi hai regalato oggi e se vuoi fartene uno anche tu ti suggerisco questo:
http://www.selvaggialucarelli.it/diario/
Ti abbraccio
Daria