Dove eravamo rimasti?
Dopo una piccola pausa (c'eravamo lasciati che era il 17 Settembre e c'era afa e ora, a Ottobre, il caldo non accenna a diminuire, anzi...) la caccia al tesoro musicale dimenticato continua con un'edizione speciale. Ancora non saprei dirvi in cosa è speciale, ma vi svelo che il gioiello sommerso oggetto di questo post m'è venuto in mente stamattina mentre mi facevo lo shampoo e non m'ha più mollato tutto il giorno (quando è così so che non posso far altro che scrivere).
La canzone di cui parleremo non verrà svelata fino alla fine del post: molti di voi, sicuramente più sgamati di me, la capiranno già dall'inizio (e non vale usare Google!) quando leggeranno i primi soavi versi. Sì, perché questa canzone, che ha un ritmo mid-tempo alla Attenti al Lupo e una melodia alquanto banale (tra l'altro copia sbiadita del brano di Dalla), è impreziosita da uno dei testi più trash e twee (sì, a volte vanno a braccetto) degli ultimi 20 anni. Un testo che farà scoprire a voi cari lettori la presenza di un Steven Patrick Morrissey tricolore e una capacità scrittoria (almeno in questa canzone) che non ha niente da invidiare all'originale inglese. Finalmente possiamo glorificare il Moz de noantri: Beppe Dati. Il nome non vi dice nulla? Beh, perché non è lui l'interprete del nostro retrormentone, ma l'autore del testo. Mistero, mistero e ancora mistero.
Ultimissimo indizio prima di raccontarvi le liriche (non vi menziono il ritornello sennò capite subito di cosa si tratta): fu presentata a Sanremo che avevo 7 anni e diventò un vero e proprio tormentone. Bene, le premesse ci sono tutte.
Ma di che si parla quindi? Parto col dirvi che il testo è un possibile condensato di Girl Afraid, Some Girls are Bigger Than Others (solo per il titolo, però), Accept Yourself e The Boy With the Thorn in his Side. Si parla di adolescenza e delle annesse paturnie: la protagonista è una quindicenne che contempla sospirando come una madonnina pentita (o infilzata che dir si voglia) il suo corpo in fase di trasformazione (nel primo verso si fa riferimento all'infanzia della protagonista, quando era un'acciughina): chi a quell'età non si è sentito frustrato e ha pianto solo chiuso in bagno per la festa del suo compleanno, e vedeva solo i suoi difetti sentendosi un fagotto? Chi non si è mai sentito solo e sconfitto e non voleva mangiare più? E chi soprattutto non ha sofferto per quelle risatine dietro che sembrano pugnali (e il testo prosegue con la rima: piangi e ti si appannano gli occhiali)?
E quindi il distico elegiaco che mi porto dentro al cuore dal '92:
cresceranno i seni
chi ti prende in giro sono dei ragazzi scemi
...versi che Moz ha sempre avuto in punta di penna ma non ha mai avuto il coraggio di buttare giù.
Il finale, davvero banale, fa trapelare un happy ending che nulla ha di morrisseyniano: il narratore, segretamente innamorato della protagonista, le confessa che potrà sempre contare su di lui durante questi anni così delicati.
Ecco, siamo arrivati alla fine.
Qui lo dico e qui lo nego: non svelo il titolo. Se entro una settimana a partire da oggi 5 ottobre raggiungo come minimo 10 commenti colle vostre soluzioni (v'ho detto di non usare Google!), mi metterò all'opera e registrerò un video-cover di questa canzone.
2 commenti:
Moz avrebbe detto più qualcosa del tipo "piangi e non ti accorgi che mi piaci... e mi piaci tutta..."
(ok, ok, è tipo 2 ore che sono in ufficio già, sono perdonabilissima!)
cioè questo capolavoro non è stato scritto da alessandro canino?
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