domenica 8 maggio 2011

Prove tecniche di lesbismo

"Sono depressa penso di essere lesbica".
E' stata questa frase, quasi una confessione, a portare una giovane internauta che aveva smarrito la bussola umorale e sessuale, da Google a questo blog, refugium peccatorum di lesbiche depresse e di "miscredenti senza speranza" come cantano i Belle&Sebastian.
E' a te che mi rivolgo, cara pecorella smarrita. Ti chiedo, poiché la mancanza di un'adeguata punteggiatura e connettivi m'ha reso difficoltosa la decifrazione del tuo grido d'aiuto, se intendevi dire:
1) "sono depressa virgola penso di essere lesbica", e quindi la tua mestizia è direttamente effetto dello stato confusionale in cui versi.
2) "sono depressa e penso di essere lesbica", pertanto i malesseri che attanagliano il tuo giovane cuore non sono correlati, bensì si presentano nello stesso momento senza interagire l'uno con l'altro. Oppure non interagiscono perché la depressione c'era già (tu dici "sono depressa" senza specificare il dettaglio temporale: da quanto tempo ti senti così, cara?) e il dubbio sulla tua natura sessuale s'è insinuato in un secondo momento.
3) "O sono depressa o penso di essere lesbica", un aut-aut che imponi a te stessa per portare avanti un'argomentazione filosofica.
4) "sono depressa o penso di essere lesbica?", dal sapore quasi amletico, un dilemma che ti rode lo stomaco e non accenna a diminuire quando il sole tramonta e le ombre della notte avanzano sopra il tuo letto.
Oh, sventurata, dove sei capitata!
Il mio cuore si gonfia di gioia e accoglie una nuova, disperatissima, fanciulla affetta da "disturbi lesbici". Una lesbica depressa.

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