venerdì 4 marzo 2011

Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall'azione cattolica

Oggi
m'è arrivato un harmonium elettrico degli anni '60 made in Italy (eccolo, 1 e 2) che sa di cantina e di chiuso, che se attacchi la presa la ventola inizia a ronzare in modo pauroso ma il suono
il suono
il suono scalda l'animo.
Volume non regolabile. O così o pomì.
E quando fai un accordo di do te pare d'esse' in chiesa e che da un momento all'altro partano le beghine con le loro voci scartavetrabili. Sarà felice la mia vicina di sotto, pia donna con qualche rotella fuori posto.

Oggi
uno dei tanti scemi del mio villaggio (ce ne sono almeno 3, io ho beccato quello appassionato di oroscopo cinese che chiede a tutti la data di nascita e ti informa che sei bufalo, toro, corvo, cavallo etc etc) ha preso l'autobus con me.
A volte gli do corda, oggi non ne avevo voglia quindi quando m'ha chiesto se ero felice (sì, fa domande di questo tipo dopo aver sbrigato la pratica "oroscopo cinese" - che è poi il suo goffo modo di approcciarsi alle persone), quindi, dicevo, quando m'ha chiesto se ero felice gli ho risposto "non particolarmente". Lui è rimasto malissimo e m'ha chiesto perché.
"fatti miei".

manco Raz Degan.

Poi un ragazzo di fronte a me, divertito, ha iniziato a rispondere alle sue domande, e dopo essersi sentito dire che era tigre, ha detto allo scemotto del mio paese (a titolo informativo: ha 50 anni), che ero triste perché "eravamo strasotto con gli esami". Sono stata al gioco: abbiamo fatto finta di conoscerci, abbiamo inventato pure una storia d'amore e dei corsi universitari fasulli ("pedagogia morale"). Non so perché. Volevamo vedere la reazione dello scemo? O forse era uno di quei momenti di complicità estemporanea che si vivono solo sui mezzi di trasporto? Non so, a me ha ricordato il film Before Sunrise. Solo che questo ragazzo non era esattamente Ethan Hawke, e Vienna era in realtà un triste paesino della provincia di Bergamo.
Poteva anche piacermi come situazione: giocosa, improvvisa, senza nessun impegno, fantasiosa. Sembrava il film Fuori Orario di Scorsese con una trama aperta e non fissata. Il copione si sviluppava sotto i nostri occhi, lo stavamo scrivendo noi. Era tutto così Nouvelle Vague.

Peccato che il ragazzo s'è fatto il segno della croce quando l'autobus è passato davanti al cimitero. Un altro triste bigotto narrow-minded dell'alta-bassa bergamasca.
Fine della fantasia (sempre che fosse iniziata).

4 commenti:

Schiaffino ha detto...

ho sempre invidiato il tuo modo di avere a che fare con tutti ma attirare tragicamente le attenzioni dei pazzi, vedi neofascisti in Piazza Vecchia.

casadivetro ha detto...

Ultimamente sto collezionando parecchi incontri meritevoli sull'autobus: una tizia che, facendomi spazio nei sedili a due, inizia a parlarmi velocissimamente e a bassa voce, con sguardo spiritato, e mi ripete: "mica colpa mia, è dell'ospedale, quella volta...", poi si alza e scende dopo una sola fermata (mi stavo cagando sotto).
La chicca però un'altra ed è pure documentata da un video. Un tizio che intervallava risate isteriche alla Jack Nicholson in Shining (versione balorda) e un mantra "zì, oki, zì, oki".

lunamargherita ha detto...

magari il ragazzo è solo spirituale.
oppure ha appena perso qualcuno e ci tiene a salutare quella persona con un gesto della croce.
o stava facendo finta.

non ci sono solo credenti bigotti.


detto questo, complimenti per il tuo blog, scrivi benissimo!

casadivetro ha detto...

Molte volte trancio giudizi senza pensarci troppo.
Ma quel gesto l'ho visto fare davanti al cimitero da quasi tutte le persone che ho osservato in 12 anni che prendo l'autobus. Ho visto le loro facce e t'assicuro che erano tutti molto inquadrati e/o inquadrabili (ecco, un'altra volta, tranchante!).

Grazie per la riflessione, però.