Mi sono chiesta più volte se il freddo o il caldo o la pioggia o la nebbia o la neve hanno un odore o un sapore. Le stagioni m'invadono la bocca e mi salgono su per le narici e mi suggeriscono sensazioni e gusti. A me per esempio la primavera sa di torta di mele un po' farlocca. Tipo quelle che compri all'Auchan e che recano l'indicazione "prodotto ottenuto da semilavorato surgelato". Ne sento l'aroma, ne riconosco il gusto, ma definirla "torta di mele" con tutti i santi crismi sarebbe azzardato. Però l'etichetta porta quella dicitura e ci si vuole credere.
A me la primavera dà quella sensazione lì, d'incompiutezza e di attese. C'è un sentore piacevole in sottofondo, un anelare a qualcosa d'altro. C'è quel gradevolissimo tepore che vorrebbe essere calore ma che calore non è. E' un timido ed impacciato affacciarsi del sole che non sa imporsi sulle nuvole, infatti dopo qualche ora vedi già che il cielo è grigio e che andrà a piovere per una settimana di fila. E' un lento trascolorare di sorrisi e mestizie, di caloriferi spenti ed accesi, di té freddi e cioccolate bollenti.
La primavera è per i lunatici.
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