Quanto sono noiosa e grigia.
Il giorno dell'Epifania qui in famiglia (non la mia in senso stretto, noi chiaramente non facciamo mai nulla; intendo i parenti di mia mamma, e quindi zie e cugini di cui v'ho già accennato due mesi fa) s'organizza un bel pranzone con polenta, carne e tanto vino rosso. Ora che ho completato il quadretto della perfetta bergamasca tutta casa e famiglia, direi che è meglio arrivare al punto.
Trovo mia cugina, tornata temporaneamente dal suo Erasmus a Graz, in Austria, in camera sua con due pulzelle sue amiche che mi presenta come "le amiche francesi".
Il cuore si ferma. Contrazioni da donna partoriente mi lacerano il basso ventre. Il sangue mi ribolle nelle vene. Sudo.
Ognuna di noi ha il proprio sogno erotico. C'è chi immagina di naufragare con Milla Jovovich, chi freme al solo pensiero di poter toccare Beth Ditto (??????), chi sobbalza se si figura a occhi chiusi il corpo di Marina di L word, chi invidia perfino le gocce di sudore di Valentina Arrighetti (p.s. ma quanto è lesbica? Aveva ragione una ragazza che mi leggeva).
Beh, io c'ho la fissa delle francesi. Vi dirò di più: l'espressione "ragazza francese" ha un non so che di perfezione. Già di suo la donna è la perfezione (ma che ve lo dico a fare? Qui sono tutte più esperte di me), in più l'aggettivo francese non fa che risvegliare in me piacere atavici, sconosciuti e non, rimossi, sublimi. Stare in una stanza con una donna francese possibilmente ubriaca vestita solo da un filo di perle che mi guarda fissa negli occhi e dice
beh, non esiste altro al mondo che mi faccia gorgogliare e mugulare di piacere.
Ok, ritorniamo alla mia realtà da lesbica depressa: mi presento a queste due francesi abbastanza timidine e giovani giovani, classiche domande di rito e quindi scendiamo in taverna a pranzare.
Chiaramente mi mettono vicino alle due compari perché sono l'unica a saper un po' di lingua (studiata esclusivamente per aver un minimo di dialogo che prelude alla notte d'amore!, mica per altri scopi) quindi me le rimiro bene mentre si sollazzano col pollastro e la polenta.
Ma ecco che arriva la domanda che determina l'andamento di tutto il pomeriggio, pomeriggio che, nella mia mente, avrebbe potuto prendere solamente due direzioni:
1. una delle due filles (o anche entrambe!) si rivela lesbica e si chiude in bagno con la sottoscritta, come insegna l'antica tradizione di L Word.
2. mi chiudo in bagno, piango e mi ripeto che sono solo una lesbica depressa, come insegna l'antica tradizione di tutte le canzoni degli Smiths.
Alla domanda "sei già stata a Parigi?" segue la mia risposta con tanto di specificazione da lesbica depressa. "No, non ci sono ancora stata ma vorrei soprattutto per visitare il cimitero di Père Lachaise, sai, ho una strana passione per i cimiteri. In Italia esiste marginalmente una cultura del cimitero come monumento o giardino, ma viene considerato più che altro un luogo triste, circondato da superstizioni o credenze. E' una questione di sensibilità, di riflessione sul ricordo, sul luogo che riesce armoniosamente a unire morte e vita. Esiste a Genova un cimitero bellissimo, Staglieno, un po' il Père Lachaise italiano."
Non volevo entrare nel merito dei Sepolcri foscoliani, ma supperggiù questa è stata la mia replica. Quanto sono noiosa e grigia. Loro mi guardano a bocca aperta, riuscendo solo a proferire queste due frasi, affilate come lame Miracle Blade:
"oui, c'est naturel de porter les fleurs" (arggh!)
e poi ancora, Helena, che aveva visitato il cimitero parigino: "Ho visto una tomba tutta piena di bacetti a Père Lachaise..."
(io: "Di Oscar Wilde!")
"ah, Oscar Wilde."
E l'altra: "Qui??";
Helena: "Oscar Wilde est connu pour.......? Qui était-il?"
traduco: "Oscar Wilde è conosciuto per....? Chi era?"
Il cuore si ferma. Contrazioni da donna partoriente mi lacerano il basso ventre. Il sangue mi ribolle nelle vene. Sudo. Ma qui, diversamente dall'inizio, stavo male male male. Avere 20 anni senza sapere chi minchia è Oscar Wilde è un delitto. Anche se sei francese, anche se hai il naso all'insù, anche se ti scoperei nel giro di 4 secondi e mezzo, anche se bevi vino rosso. Delitto.
E un delitto esige un castigo. Verrai ripagata con una buona dose di depressione lesbica.
E quindi, nelle ore successive, se non ti è bastato il cazziatone sui cimiteri, avrai lezioncine sulla Legge di Murphy, sul senso di Vale per la neve, mi sentirai cantare canzoni che ho scritto quando ero triste, ma soprattutto mi vedrai brindare intonando Milord di Edith Piaf che in quanto a depressione a palate, lei, la cara Edith, non la batteva nessuno.
Magari alla fine le ho affascinate 'ste francesine qui, ma a me era sceso l'entusiasmo dopo l'empasse su Wilde. Non v'amo più, insomma. Moi non plus.
epilogo.
A casa, mamma: "carine le francesi, no? Soprattutto Helena, mi ricordava un po' l'E. (colei che mi etichettò gloriosamente "lesbica depressa", ndr).
Io: "mmmmmmm. Abbiamo parlato di Père LaChaise".
Mamma: "Cazzo, Vale, anche tu però, le parli di cimiteri.....!"
Il giorno dell'Epifania qui in famiglia (non la mia in senso stretto, noi chiaramente non facciamo mai nulla; intendo i parenti di mia mamma, e quindi zie e cugini di cui v'ho già accennato due mesi fa) s'organizza un bel pranzone con polenta, carne e tanto vino rosso. Ora che ho completato il quadretto della perfetta bergamasca tutta casa e famiglia, direi che è meglio arrivare al punto.
Trovo mia cugina, tornata temporaneamente dal suo Erasmus a Graz, in Austria, in camera sua con due pulzelle sue amiche che mi presenta come "le amiche francesi".
Il cuore si ferma. Contrazioni da donna partoriente mi lacerano il basso ventre. Il sangue mi ribolle nelle vene. Sudo.
Ognuna di noi ha il proprio sogno erotico. C'è chi immagina di naufragare con Milla Jovovich, chi freme al solo pensiero di poter toccare Beth Ditto (??????), chi sobbalza se si figura a occhi chiusi il corpo di Marina di L word, chi invidia perfino le gocce di sudore di Valentina Arrighetti (p.s. ma quanto è lesbica? Aveva ragione una ragazza che mi leggeva).
Beh, io c'ho la fissa delle francesi. Vi dirò di più: l'espressione "ragazza francese" ha un non so che di perfezione. Già di suo la donna è la perfezione (ma che ve lo dico a fare? Qui sono tutte più esperte di me), in più l'aggettivo francese non fa che risvegliare in me piacere atavici, sconosciuti e non, rimossi, sublimi. Stare in una stanza con una donna francese possibilmente ubriaca vestita solo da un filo di perle che mi guarda fissa negli occhi e dice
baise moi
beh, non esiste altro al mondo che mi faccia gorgogliare e mugulare di piacere.
Ok, ritorniamo alla mia realtà da lesbica depressa: mi presento a queste due francesi abbastanza timidine e giovani giovani, classiche domande di rito e quindi scendiamo in taverna a pranzare.
Chiaramente mi mettono vicino alle due compari perché sono l'unica a saper un po' di lingua (studiata esclusivamente per aver un minimo di dialogo che prelude alla notte d'amore!, mica per altri scopi) quindi me le rimiro bene mentre si sollazzano col pollastro e la polenta.
Ma ecco che arriva la domanda che determina l'andamento di tutto il pomeriggio, pomeriggio che, nella mia mente, avrebbe potuto prendere solamente due direzioni:
1. una delle due filles (o anche entrambe!) si rivela lesbica e si chiude in bagno con la sottoscritta, come insegna l'antica tradizione di L Word.
2. mi chiudo in bagno, piango e mi ripeto che sono solo una lesbica depressa, come insegna l'antica tradizione di tutte le canzoni degli Smiths.
Alla domanda "sei già stata a Parigi?" segue la mia risposta con tanto di specificazione da lesbica depressa. "No, non ci sono ancora stata ma vorrei soprattutto per visitare il cimitero di Père Lachaise, sai, ho una strana passione per i cimiteri. In Italia esiste marginalmente una cultura del cimitero come monumento o giardino, ma viene considerato più che altro un luogo triste, circondato da superstizioni o credenze. E' una questione di sensibilità, di riflessione sul ricordo, sul luogo che riesce armoniosamente a unire morte e vita. Esiste a Genova un cimitero bellissimo, Staglieno, un po' il Père Lachaise italiano."
Non volevo entrare nel merito dei Sepolcri foscoliani, ma supperggiù questa è stata la mia replica. Quanto sono noiosa e grigia. Loro mi guardano a bocca aperta, riuscendo solo a proferire queste due frasi, affilate come lame Miracle Blade:
"oui, c'est naturel de porter les fleurs" (arggh!)
e poi ancora, Helena, che aveva visitato il cimitero parigino: "Ho visto una tomba tutta piena di bacetti a Père Lachaise..."
(io: "Di Oscar Wilde!")
"ah, Oscar Wilde."
E l'altra: "Qui??";
Helena: "Oscar Wilde est connu pour.......? Qui était-il?"
traduco: "Oscar Wilde è conosciuto per....? Chi era?"
Il cuore si ferma. Contrazioni da donna partoriente mi lacerano il basso ventre. Il sangue mi ribolle nelle vene. Sudo. Ma qui, diversamente dall'inizio, stavo male male male. Avere 20 anni senza sapere chi minchia è Oscar Wilde è un delitto. Anche se sei francese, anche se hai il naso all'insù, anche se ti scoperei nel giro di 4 secondi e mezzo, anche se bevi vino rosso. Delitto.
E un delitto esige un castigo. Verrai ripagata con una buona dose di depressione lesbica.
E quindi, nelle ore successive, se non ti è bastato il cazziatone sui cimiteri, avrai lezioncine sulla Legge di Murphy, sul senso di Vale per la neve, mi sentirai cantare canzoni che ho scritto quando ero triste, ma soprattutto mi vedrai brindare intonando Milord di Edith Piaf che in quanto a depressione a palate, lei, la cara Edith, non la batteva nessuno.
Magari alla fine le ho affascinate 'ste francesine qui, ma a me era sceso l'entusiasmo dopo l'empasse su Wilde. Non v'amo più, insomma. Moi non plus.
epilogo.
A casa, mamma: "carine le francesi, no? Soprattutto Helena, mi ricordava un po' l'E. (colei che mi etichettò gloriosamente "lesbica depressa", ndr).
Io: "mmmmmmm. Abbiamo parlato di Père LaChaise".
Mamma: "Cazzo, Vale, anche tu però, le parli di cimiteri.....!"
6 commenti:
concordo con te sul dire che è stato un delitto non sapere chi fosse oscar wilde, ma concordo anche con tua madre XD
Oscar Wilde? Ma chi è? E' uno di Amici?
.......ok, ok, non lapidatemi, sto scherzando!
Comunque, tua madre non ha proprio, proprio tutti i torti, anche se parlare del Pére Lachaise non è parlare di un cimitero qualunque. Io che i cimiteri non li amo per niente, quello lo trovo fantastico e ricordo sempre piacevolmente una passeggiata nei suoi viali, fatta con un mio amico il primo giorno dei miei due mesi parigini.
Fede
vale, un consiglio per i tuoi approcci: "Good Times For A Change..."
XD ispirati al consiglio morriseyano/materno, fidati!
Suvvia, il nostro Oscar diceva:
"Le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese"
... No, vabbè... hai ragione...a tutto c'è un limite!!!
Per quanto mi riguarda, l'approccio con il cimitero poteva starci, ma ripensando al livello culturale delle giovani transalpine avresti dovuto, come minimo, ricontestualizzarlo nella logica Twilight/ New Moon!
F.
Cari esserini orsacchiottosi,
c'avete ragione pure voi. Il tiro era troppo alto, sono una snob del cazzo!
Non v'ho scritto manco che il discorso successivo ai cimiteri è stato:
"faire pipi è molto elegante in francese; anche popo è molto meno grezzo di pupu"
Sbaglio veramente tutto, lo so.
Ma di sicuro non sarebbe successo nulla con le francesine, erano etero un po' bigottine, l'avevo capito dal primo sguardo (consoliamoci così! con la medaglia di legno!)
Però accetto il consiglio morrisseyano (parola di Moz, rendiamo grazie a Moz) che è la volta buona per cambiare, vista la "fortuna" che ho avuto...
ehm ehm.
abbracci ipotermici
anche a me la VAlentina Arrighetti attizza un casino...voi cosa le fareste?
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