sabato 18 dicembre 2010

Recensione: Syd Matters - Brotherocean (2010)


Ascoltare un album la prima volta e rimanere incollati a ogni singola nota m'è successo poche volte. Ricordo quando mi scontrai con If you're feeling sinister o Ok Computer e più recentemente con Teen Dream (ormai è passato un anno) o Music from the Penguin Cafe: l'entusiasmo e lo stupore erano così forti da farmi schiacciare play ogni volta che arrivavo alla fine.
Brotherocean è uno di questi dischi: 40 e passa minuti che si vorrebbero prolungare per ore fino a farli divenire colonna sonora costante di tutte le immagini che passano sotto i nostri occhi: assorbire e introiettare quei suoni e quelle atmosfere per poi approdare ad uno stato di incoscienza simile alla couch melodia.
Ancora non mi so spiegare il motivo di questa sensazione di smarrimento e rapimento che m'avvolge. Forse mi pare d'essere a casa: echi di Radiohead e Grizzly Bear (armonizzazioni vocali e stratificazioni sonore e inoltre una costante ed elegante attitudine folk e un'ottima capacità di arrangiamento), di Beck (la voce, forse?), e ancora Beach House (ci sento lo stesso calore - non ho un altro termine migliore per definire questa percezione), Fleet Foxes, Midlake, Mum, ma anche Travis. Le soluzioni melodiche non sono mai scontate, tutto è suonato in modo eccellente e con classe. La concatenazione delle tracce è naturale, anzi, sconsiglio di spezzettare l'ascolto: il movimento fluido che attraversa ogni brano obbliga l'ascoltatore a non interrompere l'esperienza musicale, quasi a voler mantenere intatta quell'atmosfera che Brotherocean riesce a creare con soli 10 brani.

Dal punto di vista del coinvolgimento emotivo siamo ai livelli di Teen Dream (mio disco del 2010 insieme a Cosmogramma di Flying Lotus).
Ottimo, non c'è che dire: 8.

Un assaggio:

Syd Matters - Hallalcsillag


Syd Matters - We Are Invisible


Syd Matters - Hadrian's Wall


p.s. ah, sono francesi.

0 commenti: