Che palle, finisce l'anno ed è tempo di bilanci.
Di me non voglio parlare perché non sto facendo nulla, ho l'influenza, nevica, tutto è fermo, Spaghetti Girl domani parte e non la vedo per un mese, fa freddo, è Natale, ti piace o' presep'?
I bilanci li fanno siti autorevolissimi come Ondarock e coso...lì...Pitchfork!, con mega classificone stilate da 45 critici illustrissimi chiamati per l'occasione a stabilire un verdetto
"qual'è il disco dell'anno?"
Ma che cavolo, chissenefrega.
Vi parlerò dei dischi che mi hanno colpito quest'anno, alcuni sì sono usciti nel 2009, altri anche 40 anni fa, ma io sono riuscita a scoprirli solo ora, perché sono lenta, pigra e....la sapete già la solfa.
Mi scuso con le mie lettrici veramente lesbiche depresse che si aspettano da me fuochi d'artificio da lesbica depressa quale sono e come piace tanto definirmi: dovranno pazientare qualche giorno e arriverà il mega post triste, cimiteriale, esistenzialistico, toccante e insomma, quelle menate stilose barra seghe mentali un po' post-punk un po' odioilNatale un po' mimancaJennySchecter.
Arriverà, certo che arriverà, piccole palle di pelo pelose, ma ora sopportatemi che parlo della cosa che mi piace di più: la musica.
Vado in ordine alfabetico perché l'iPod è così regolato.
Animal Collective - Merriweather Post Pavillon
Il 19 Gennaio per me era già disco dell'anno. Mi sentivo troppo indierocker indiesnobber indiefucker, travolta dall'aumento inconsulto di scrobbling su Last.fm (avevano superato pure i Beatles!) e dal fenomeno che si era creato intorno a questo disco. Che, per carità, è ganzo, ma è paraculo in un modo mostruoso. Beat molto piacioni, coretti alla Beach Boys, strutture ripetute fino alla nausea. Per un mese, però, non riuscii ad ascoltare altro, quindi qualche merito lo devo avere.
Giudizio: loopooloolà, castellululà.
Baustelle - tutta la discografia
Sono lenta, ve l'ho detto. L'anno scorso Amen m'era piaciuto un sacco, ma alla lunga mi avevano un po' ammorbato. Oddio, il loro mood è perfettamente compatibile con l'ironia caustica di ogni lesbica depressa che si rispetti, ma dopo un po' che ascolti "Vede la fine in metropolitana, nella puttana che le si siede a fianco....", diventi irascibile, disincantata, cinica e sputi sangue misto a Negroni.
Poi. Ad Aprile mi sentivo esattamente così. Irascibile, disincantata, cinica e tachicardica: la voce del Bianconi, tanto per citare qualcuno di immensamente intellettuale, mi curò.
Ora li amo smodatamente e vado in brodo di giuggiole per i loro continui riferimenti a film degli anni '60-'70, per i nascosti omaggi all'Italia che fu, per la secca analisi che compiono dei vizi (molti) e delle virtù (...) del nostro amato paese.
E poi, diciamocelo, Madamoiselle Boyfriend è la canzone lesbica per eccellenza!
Giudizio: per cinefili cinici e provinciali cronici.
Dente - L'amore non è bello
amodente amodente amodente. La prima volta che ho sentito 'sto disco è stato su Rockit e mi so' detta "cavolo, ogni tanto Pastore ha della belle pensate". Che poi Pastore non c'entra nulla, ma pensavo che da nessun'altra parte avrei potuto ascoltare in anteprima il nuovo disco di un cantautore italiano sotto contratto non con una major. E quindi grazie Rockit.
Ma dicevamo: dente. Che lo amo l'ho già scritto all'inizio e quindi, essendo l'amore il sentimento onnicomprensivo per eccellenza, non devo aggiungere niente.
Ma sì, sprechiamole du' parole per il caro Giuseppe Peveri perbrevitàchiamato dente: testi filastroccosi e ironici, melodie che ti entrano in testa subito, scorciatoie creative veramente ricche di arguzia. Probabilità di tomber amoureux: molto alta.
Giudizio: mi fai tornare etero.
Franco Battiato - raccolta dell'86
Eccolo l'immenso intellettuale di cui si parlava prima. Uno dei pochi ascolti che mi ha consigliato mio padre...Certo, siamo a livelli di voli pindarici sintattici e paroloni presi direttamente da Heiddegger, supponenza mai ostentata, ma sempre a rischio di cerebralismo nonsense.
Dadà, merda d'artista, snobberia, me ne sto in disparte, io mi tiro indietro da questa folla impazzita, io denuncio l'imbecillità senza sporcarmi la manica, io mi nutro di gnostica e cago ermeneutica.
Giudizio: lo canto con mamma, quindi è una garanzia.
Joni Mitchell - Blue
"Non può esistere una lesbica depressa che non abbia ascoltato almeno una volta Blue".
Flashback: settembre 2008. Il caso vuole che mi cada in testa Ladies of the Canyon (precedente a Blue di un anno). "E' un disco dei miei, chissà che palle."
Avevo sempre associato Joni alla sorella di mia madre cornificata dal marito perché non riusciva ad avere figli e mi ero posta un fermo divieto, non ascoltare mai, manco per sbaglio, un disco della Mitchell.
Troppo tardi. Infilo Ladies nel lettore e, cazzo, m'innamoro.
Faccio le polveri con quel disco, scasso le palle a tutti provando a prendere gli acuti (impossibili) e gli accordi (improbabili) tra cui la divina Joni slaloma con assoluta naturalezza.
Piango di notte su "Circle Game".
Poi arriva Aprile col suo carico di amarezza (perché, dovete sapere, aveva proprio ragione Eliot quando diceva che era il mese più crudele! E io potrei non solo testimoniare a suo favore, ma pure portare sul banco degli imputati prove inconfutabili del malessere esistenziale che mi affligge quel mese! Aprile, insomma, se la gioca con Dicembre, mese in cui mi è severamente proibito ascoltare gruppi come
- Joy Division
- The Cure
- Radiohead di In Rainbows disco 2, che mi evoca amari ricordi
- Sweet Beliefs dei Cyann et Ben, perché quello è il disco del gelo nelle ossa e della lametta prossima al taglio
- i Diaframma di Siberia, che già il titolo dice tutto.
- Sigur Ros a piccole dosi, solo con la neve e con le visioni di bimbi felici che sorridono paonazzi
- Philip Glass di Solo Piano di cui parlerò prossimamente abbinato al film da lesbiche depresse e intellettuali per eccellenza che è..........vabbé lo sapete, sennò siete proprio nel blog sbagliato.
...ma stavo dicendo????
Ah, Aprile! E tra l'altro ho lasciato la parentesi aperta per cui....)
Il carico di amarezza la lesbica depressa lo può sublimare o affrontare. Con Blue fai entrambe le cose. Soffri, produci bile, piangi nel letto, ti appropinqui al baratro e intanto concentri tutta la tua amarezza in attività socialmente accettabili (e cosa c'è di meglio che ascoltare un disco?!)
Blue è in sé la piccola enciclopedia dell'esperienze che una giovane donna può avere: stare lontana da casa, provare nostalgia e/o malinconia (blue, appunto), dare in affidamento la propria figlia, vivere la quotidianità con un uomo, anche di passaggio, provare amore e odio, odio e amore, per se stesse, forse, perché non si possono vivere le relazioni dal di fuori, vedendo così i propri sbagli, rendendosi conto dei passi falsi.......e quindi viaggiare con la mente, ma anche fisicamente. Ricordare ogni singola parola di quel dialogo, ogni attimo di quella notte, la sensazione di quel vento, l'odore di quell'albero. Ma ricordare, sempre e comunque.
Perpetuare il rito laico del ricordo come unico appiglio per non scivolare nell'indifferenza e nel vuoto della banalità del tempo ritmico e ossessionato dalla morte. Se io mi ricordo è perché ti ho amato e il tuo viso, la tua voce, ogni tua più piccola sfumatura l'ho fissata nella mia mente.
Dunque ti amo ancora, e vivo di quel ricordo.
I remember that time that you told me, you said
Love is touching souls
Surely you touched mine
Cause part of you pours out of me
In these lines from time to time
Non posso isolare i singoli episodi, tutte le canzoni di questo disco sono vitali.
La triade perfetta è formata dalle ultime: River, A case of you, Last time I saw Richard.
Giudizio: un sasso sul cuore.
Mùm - Sing Along To Songs You Don’t Know
Le cose più belle sono nascoste/1.
Un disco delizioso, solare e diversissimo dai primi dischi (che sì, avevano le gemelle, quelle stesse gemelline presenti sulla copertina di un disco dei Belle&Sebastian). Qui c'è una specie di orchestra. E allora, tacabanda!
Bel concentrato di elettronica pop glitch con mille voci, mille suonini carillon, 'nzomma, s'ha dda sentì!
Giudizio: il fanciullino in noi a volte deve prendere 'na boccata d'aria.
Shannon Wright - Honeybee Girls
Le cose più belle sono nascoste/2.
Con Cat Power e Pj Harvey nelle voci da orgasmo al femminile. Sporca, rauca, terrena, concreta, sofferente la nostra cara Shannon. Ma.
Quest'anno se n'è uscita con un album molto meno claustrofobico e incazzoso che suona geometrico, breve, elettrico e classico allo stesso tempo. C'è poco da fare: quando si ha talento nel comporre musiche che si sposano colle parole, beh, allora sai fare tutto.
Di lei ammiro la raffinata capacità di coniugare una sensazione di inquietudine a un'altra di attesa speranzosa, non che le due cose siano contradditorie. Mi trovo in imbarazzo a descriverla, perché profondamente intima e vicina a me, e per questo pronta ad entrare nel dna di ogni lesbica depressa.
Giudizio: nelle ossa e nelle vene
Soap&Skin - Lovetune for Vacuum
Un'esperienza mistica per ogni elledì. Da ascoltare. Non do manco il giudizio. Per me l'album dell'anno è questo.
Il Teatro degli Orrori - A Sangue Freddo
Ricordo la prima volta che sentii parlare di loro, 2 anni e mezzo fa. Un mio amico mi fece sentire un pezzo che faceva Carrarmatorock. Ma ero ubriaca. Pure lui. Ne discutemmo un sacco, arrivando al punto che "per fare 'sta roba qui devi avere un livello di consapevolezza altissimo".
A tutt'oggi non comprendo quella frase.
Però sono consapevole, io, di avere vissuto 40 minuti di colpo al cuore con il loro ultimo disco. C'è tutto: il recitato da strillone buffone/burlesque o quello sentito alla Carmelo Bene, il rumore che non sembra mai rumore, una struttura perfetta in ogni canzone. Nulla a caso.
Gli Shellac italiani, dicono. Sì, eccchecccazzo, e ancora altro ancora.
Giudizio: più vero della cronaca.
The Clientele - Suburban Light
L'ultimo in ordine di "amore alla prima nota". Nebbia, fumo, riverbero, Velvet Underground e Nick Drake. Da ascoltare di sera su un tetto con una cioccolata fumante guardando le luci spegnersi una ad una. E' pop che fa spirali e che ammalia, che indulge su ritmi lenti e morbidi, che si arrotola e si spiega. Uno yo-yo.
con affetto e con Murcof nelle orecchie...
(domani studio, promesso)
Di me non voglio parlare perché non sto facendo nulla, ho l'influenza, nevica, tutto è fermo, Spaghetti Girl domani parte e non la vedo per un mese, fa freddo, è Natale, ti piace o' presep'?
I bilanci li fanno siti autorevolissimi come Ondarock e coso...lì...Pitchfork!, con mega classificone stilate da 45 critici illustrissimi chiamati per l'occasione a stabilire un verdetto
"qual'è il disco dell'anno?"
Ma che cavolo, chissenefrega.
Vi parlerò dei dischi che mi hanno colpito quest'anno, alcuni sì sono usciti nel 2009, altri anche 40 anni fa, ma io sono riuscita a scoprirli solo ora, perché sono lenta, pigra e....la sapete già la solfa.
Mi scuso con le mie lettrici veramente lesbiche depresse che si aspettano da me fuochi d'artificio da lesbica depressa quale sono e come piace tanto definirmi: dovranno pazientare qualche giorno e arriverà il mega post triste, cimiteriale, esistenzialistico, toccante e insomma, quelle menate stilose barra seghe mentali un po' post-punk un po' odioilNatale un po' mimancaJennySchecter.
Arriverà, certo che arriverà, piccole palle di pelo pelose, ma ora sopportatemi che parlo della cosa che mi piace di più: la musica.
Vado in ordine alfabetico perché l'iPod è così regolato.
Animal Collective - Merriweather Post Pavillon
Il 19 Gennaio per me era già disco dell'anno. Mi sentivo troppo indierocker indiesnobber indiefucker, travolta dall'aumento inconsulto di scrobbling su Last.fm (avevano superato pure i Beatles!) e dal fenomeno che si era creato intorno a questo disco. Che, per carità, è ganzo, ma è paraculo in un modo mostruoso. Beat molto piacioni, coretti alla Beach Boys, strutture ripetute fino alla nausea. Per un mese, però, non riuscii ad ascoltare altro, quindi qualche merito lo devo avere.
Giudizio: loopooloolà, castellululà.
Baustelle - tutta la discografia
Sono lenta, ve l'ho detto. L'anno scorso Amen m'era piaciuto un sacco, ma alla lunga mi avevano un po' ammorbato. Oddio, il loro mood è perfettamente compatibile con l'ironia caustica di ogni lesbica depressa che si rispetti, ma dopo un po' che ascolti "Vede la fine in metropolitana, nella puttana che le si siede a fianco....", diventi irascibile, disincantata, cinica e sputi sangue misto a Negroni.
Poi. Ad Aprile mi sentivo esattamente così. Irascibile, disincantata, cinica e tachicardica: la voce del Bianconi, tanto per citare qualcuno di immensamente intellettuale, mi curò.
Ora li amo smodatamente e vado in brodo di giuggiole per i loro continui riferimenti a film degli anni '60-'70, per i nascosti omaggi all'Italia che fu, per la secca analisi che compiono dei vizi (molti) e delle virtù (...) del nostro amato paese.
E poi, diciamocelo, Madamoiselle Boyfriend è la canzone lesbica per eccellenza!
Giudizio: per cinefili cinici e provinciali cronici.
Dente - L'amore non è bello
amodente amodente amodente. La prima volta che ho sentito 'sto disco è stato su Rockit e mi so' detta "cavolo, ogni tanto Pastore ha della belle pensate". Che poi Pastore non c'entra nulla, ma pensavo che da nessun'altra parte avrei potuto ascoltare in anteprima il nuovo disco di un cantautore italiano sotto contratto non con una major. E quindi grazie Rockit.
Ma dicevamo: dente. Che lo amo l'ho già scritto all'inizio e quindi, essendo l'amore il sentimento onnicomprensivo per eccellenza, non devo aggiungere niente.
Ma sì, sprechiamole du' parole per il caro Giuseppe Peveri perbrevitàchiamato dente: testi filastroccosi e ironici, melodie che ti entrano in testa subito, scorciatoie creative veramente ricche di arguzia. Probabilità di tomber amoureux: molto alta.
Giudizio: mi fai tornare etero.
Franco Battiato - raccolta dell'86
Eccolo l'immenso intellettuale di cui si parlava prima. Uno dei pochi ascolti che mi ha consigliato mio padre...Certo, siamo a livelli di voli pindarici sintattici e paroloni presi direttamente da Heiddegger, supponenza mai ostentata, ma sempre a rischio di cerebralismo nonsense.
Dadà, merda d'artista, snobberia, me ne sto in disparte, io mi tiro indietro da questa folla impazzita, io denuncio l'imbecillità senza sporcarmi la manica, io mi nutro di gnostica e cago ermeneutica.
Non per tutti. Ma le musiche sono new wave, i bassi sono new wave, l'ironia è new wave.
Giudizio: ti potrebbe piacere se non sopporti i cori russi, la musica finto rock, la new wave italiana, il free jazz punk inglese. Neanche la nera africana.
God Help The Girl - omonimo
Stuart Murdoch è per me come Thom Yorke: qualunque cosa facesse l'ascolterei, scorregge comprese. E quindi posso dirlo ad alta voce come quando si battono le aste...ho consumato questo disco! Del progetto ho già scritto qui quindi non mi dilungherò. Queste sono canzoni pop perfette, suonate come Dio comanda, cantate da voci femminili che, ahimé, non si sentono più, il tutto condito da un'atmosfera anni '60 ricostruita come una scenografia di un musical.Giudizio: ti potrebbe piacere se non sopporti i cori russi, la musica finto rock, la new wave italiana, il free jazz punk inglese. Neanche la nera africana.
God Help The Girl - omonimo
Giudizio: lo canto con mamma, quindi è una garanzia.
Joni Mitchell - Blue
"Non può esistere una lesbica depressa che non abbia ascoltato almeno una volta Blue".
Flashback: settembre 2008. Il caso vuole che mi cada in testa Ladies of the Canyon (precedente a Blue di un anno). "E' un disco dei miei, chissà che palle."
Avevo sempre associato Joni alla sorella di mia madre cornificata dal marito perché non riusciva ad avere figli e mi ero posta un fermo divieto, non ascoltare mai, manco per sbaglio, un disco della Mitchell.
Troppo tardi. Infilo Ladies nel lettore e, cazzo, m'innamoro.
Faccio le polveri con quel disco, scasso le palle a tutti provando a prendere gli acuti (impossibili) e gli accordi (improbabili) tra cui la divina Joni slaloma con assoluta naturalezza.
Piango di notte su "Circle Game".
Poi arriva Aprile col suo carico di amarezza (perché, dovete sapere, aveva proprio ragione Eliot quando diceva che era il mese più crudele! E io potrei non solo testimoniare a suo favore, ma pure portare sul banco degli imputati prove inconfutabili del malessere esistenziale che mi affligge quel mese! Aprile, insomma, se la gioca con Dicembre, mese in cui mi è severamente proibito ascoltare gruppi come
- Joy Division
- The Cure
- Radiohead di In Rainbows disco 2, che mi evoca amari ricordi
- Sweet Beliefs dei Cyann et Ben, perché quello è il disco del gelo nelle ossa e della lametta prossima al taglio
- i Diaframma di Siberia, che già il titolo dice tutto.
- Sigur Ros a piccole dosi, solo con la neve e con le visioni di bimbi felici che sorridono paonazzi
- Philip Glass di Solo Piano di cui parlerò prossimamente abbinato al film da lesbiche depresse e intellettuali per eccellenza che è..........vabbé lo sapete, sennò siete proprio nel blog sbagliato.
...ma stavo dicendo????
Ah, Aprile! E tra l'altro ho lasciato la parentesi aperta per cui....)
Il carico di amarezza la lesbica depressa lo può sublimare o affrontare. Con Blue fai entrambe le cose. Soffri, produci bile, piangi nel letto, ti appropinqui al baratro e intanto concentri tutta la tua amarezza in attività socialmente accettabili (e cosa c'è di meglio che ascoltare un disco?!)
Blue è in sé la piccola enciclopedia dell'esperienze che una giovane donna può avere: stare lontana da casa, provare nostalgia e/o malinconia (blue, appunto), dare in affidamento la propria figlia, vivere la quotidianità con un uomo, anche di passaggio, provare amore e odio, odio e amore, per se stesse, forse, perché non si possono vivere le relazioni dal di fuori, vedendo così i propri sbagli, rendendosi conto dei passi falsi.......e quindi viaggiare con la mente, ma anche fisicamente. Ricordare ogni singola parola di quel dialogo, ogni attimo di quella notte, la sensazione di quel vento, l'odore di quell'albero. Ma ricordare, sempre e comunque.
Perpetuare il rito laico del ricordo come unico appiglio per non scivolare nell'indifferenza e nel vuoto della banalità del tempo ritmico e ossessionato dalla morte. Se io mi ricordo è perché ti ho amato e il tuo viso, la tua voce, ogni tua più piccola sfumatura l'ho fissata nella mia mente.
Dunque ti amo ancora, e vivo di quel ricordo.
I remember that time that you told me, you said
Love is touching souls
Surely you touched mine
Cause part of you pours out of me
In these lines from time to time
Non posso isolare i singoli episodi, tutte le canzoni di questo disco sono vitali.
La triade perfetta è formata dalle ultime: River, A case of you, Last time I saw Richard.
Giudizio: un sasso sul cuore.
Mùm - Sing Along To Songs You Don’t Know
Le cose più belle sono nascoste/1.
Un disco delizioso, solare e diversissimo dai primi dischi (che sì, avevano le gemelle, quelle stesse gemelline presenti sulla copertina di un disco dei Belle&Sebastian). Qui c'è una specie di orchestra. E allora, tacabanda!
Bel concentrato di elettronica pop glitch con mille voci, mille suonini carillon, 'nzomma, s'ha dda sentì!
Giudizio: il fanciullino in noi a volte deve prendere 'na boccata d'aria.
Shannon Wright - Honeybee Girls
Le cose più belle sono nascoste/2.
Con Cat Power e Pj Harvey nelle voci da orgasmo al femminile. Sporca, rauca, terrena, concreta, sofferente la nostra cara Shannon. Ma.
Quest'anno se n'è uscita con un album molto meno claustrofobico e incazzoso che suona geometrico, breve, elettrico e classico allo stesso tempo. C'è poco da fare: quando si ha talento nel comporre musiche che si sposano colle parole, beh, allora sai fare tutto.
Di lei ammiro la raffinata capacità di coniugare una sensazione di inquietudine a un'altra di attesa speranzosa, non che le due cose siano contradditorie. Mi trovo in imbarazzo a descriverla, perché profondamente intima e vicina a me, e per questo pronta ad entrare nel dna di ogni lesbica depressa.
Giudizio: nelle ossa e nelle vene
Soap&Skin - Lovetune for Vacuum
Un'esperienza mistica per ogni elledì. Da ascoltare. Non do manco il giudizio. Per me l'album dell'anno è questo.
Il Teatro degli Orrori - A Sangue Freddo
Ricordo la prima volta che sentii parlare di loro, 2 anni e mezzo fa. Un mio amico mi fece sentire un pezzo che faceva Carrarmatorock. Ma ero ubriaca. Pure lui. Ne discutemmo un sacco, arrivando al punto che "per fare 'sta roba qui devi avere un livello di consapevolezza altissimo".
A tutt'oggi non comprendo quella frase.
Però sono consapevole, io, di avere vissuto 40 minuti di colpo al cuore con il loro ultimo disco. C'è tutto: il recitato da strillone buffone/burlesque o quello sentito alla Carmelo Bene, il rumore che non sembra mai rumore, una struttura perfetta in ogni canzone. Nulla a caso.
Gli Shellac italiani, dicono. Sì, eccchecccazzo, e ancora altro ancora.
Giudizio: più vero della cronaca.
The Clientele - Suburban Light
L'ultimo in ordine di "amore alla prima nota". Nebbia, fumo, riverbero, Velvet Underground e Nick Drake. Da ascoltare di sera su un tetto con una cioccolata fumante guardando le luci spegnersi una ad una. E' pop che fa spirali e che ammalia, che indulge su ritmi lenti e morbidi, che si arrotola e si spiega. Uno yo-yo.
con affetto e con Murcof nelle orecchie...
(domani studio, promesso)
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