giovedì 12 novembre 2009

I nostri amici gay che mi leggono suppongo ascoltino anche loro musica

e quindi accattateve 'sto gruppo camp, un po' kitsch, un po' sessy, un po' tanto "clone frocio dei Baustelle". Si chiamano Egokid.
Su rockit l'ascolto è gratuito, basta cliccare sull'immagine.



Ho gridato già al genio dopo aver visto che una canzone si chiama Arbasino, e dopo averla sentita stramazzo al suolo, preda delle convulsioni, con voglia di danzare (con la zeta dolce).
Mamma mia, fa indiechecca, fa Rayban Wayfarer neri da vista, camicia a scacchi con sotto la canotta, un po' di pelo, di pizzetto, di All star e birretta in mano (scenari suburbani gentilmente concessi dal Magnolia, Idroscalo, Milano).
Ma fa anche tenerezza e carezza ambigua che sottintende a baffo contro baffo.

Il mio immaginario dei gay si limita a questi stereotipi, lo stesso per noi lesbiche.
Ultimamente non ho molta voglia di scandagliare i meandri dell'omosessualità, perdonatemi.

il cantato alla Renato Zero (in impercettibili venature) non ha prezzo.

0 commenti: