martedì 8 settembre 2009

Once upon a time you dressed so fine...

Mi ammiro allo specchio i capelli senza luce senza forma e poco morbidi che assomigliano vagamente alla scopa saggina. Mi viene in mente una delle mie professoresse, il primo anno di Università: il soprannome era per tutti Marzulla.
La somiglianza era più che evidente: separati alla nascita si dice, no?
La pettinatura alla paggio Fernando si sposava così bene con i colori degli abiti: gonna blu, cappotto marrone. Un abbinamento così infelice non si era mai visto manco nel mio piccolo comune popolato da fiere beghine che apprezzano i capi del mercato fino a decantarne la composizione finto viscosa. No, blu con marrone è deprimente.
Neanche una modella con un fisico perfetto sarebbe riuscita a nobilitare quel pannolenci clericale dall'infelice abbinamento cromatico. Addosso alla Marzulla il risultato era più triste di un'umida giornata ventosa di Novembre anche se, bisogna ammetterlo, c'era una (misteriosa) logica.
Il suo viso andava a braccetto con quei colori: un viso che ricorda I mangiatori di patate di Van Gogh, una bella bietola appena colta, un fiero incarnato color tubero.
Oh, Marzulla! Tu detti legge!

Sinceramente: non c'è professore universitario che si sappia vestire bene, almeno quelli della mia facoltà.
Una mia professoressa, chiaramente ma non dichiaratamente lesbica, ormai verso i sessanta (quindi femminista, comunista e che dà del tu a noi studenti perché ci vede ggggiovani sbarbati - oddio, sbarbati mica tanto, nella mia facoltà 9 su 10 sono ragazze), ha uno stile che può ricordare (e qui ricordo al discorso del post precedente) il personaggio di Fiona di About a boy.
Mi riferisco, nel film, alla scena del primo incontro tra Will (Hugh Grant) e la nostra eroina Fiona: lui commenta l'abbigliamento di lei così: "fascia per capelli, orecchini regalati da un amico tornato dallo Zimbabwe, e uno strano cappotto da moglie dello Yeti".
Così invece scrissi sul mio moleskine, proprio davanti alla profe (sono una da prima fila non perché segua assiduamente e risponda in modo isterico alle sue osservazioni critico-metodologiche, ma perché, si sa, i profe non guardano MAI chi sta attaccato alla cattedra. E poi questa ha ovviamente una cotta per me da quando ho volontariamente musicato una poesia del 1800 suonandola davanti a tutto il corso - alla Joni Mitchell, insomma)....dicevo, mi appuntai subito sul taccuino: "Se c'è un limite, M. lo eccede sempre: cappotto di pelo!".

Il cappotto di pelo lo puoi portare se sei una figa tremenda: non guardi in faccia nessuno e dal tuo metro e ottanta te ne sbatti di qualsiasi eventuale commento. Sei una figa, te lo puoi permettere.
Invece no, M. è tremenda.
Quel cappotto, probabilmente appartenuto a un soldato russo morente durante la ritirata da Stalingrado, è un capo hippie style variante lesbo sad. Trasuda tristezza, desolazione: perde pelo come un pastore bergamasco e, come il cane in questione, ha i rasta. E' ovviamente dotato di vita propria.
Indossato da quella grande f. che è la mia profe - un metro e sessanta per 70 e passa chili, capelli rossicci corti e che ricordano la pettinatura di Semola nel "La spada della roccia" della Disney, denti color carboncino e alito di chi con la sigaretta ci è nato - l'effetto è cinematografico: si ha davanti agli occhi il cugino It della famiglia Addams.
Qual visione celestiale! Che maraviglia! La moda italiana dovrebbe solamente inchinarsi a cotanta eleganza! Che lezioni di stile! Altro che letteratura...

9 commenti:

Anonimo ha detto...

ehila,ciao! sono l'anonima del blog dei cuculi.i post non firmati da quelle parti sono tutti opera mia,perchè evidentemente,non lo so,sarò la più stupida,ma che ti devo dire.
non ti posso aiutare,
non vado ancora all'università,sono una pulcina da ultimo anno di liceo.classico,voglio sperare si noti. figlia unica, si nota benissimo.
Miri

casadivetro ha detto...

Ciao!
Sei tu la ragazza a cui piace The Hours?
Prossimamente ne scriverò, ha colpito anche me. Ovviamente è un punto di riferimento per le lesbiche depresse (e tremendamente intellettuali!)...

V.

Anonimo ha detto...

da quello che ho letto sei anche un tantinello modesta. scrivi bene,hai ritmo, ciò che dici sembra sempre ben ponderato,bel background culturale alle spalle:vasto,curioso, con una predilezione per il bello ma complesso,bello ma quanto mi fa stare male.
non ti trinceri neanche dietro all'ironia,scrittura onesta, e tutti sanno quanto l'ironia sia il viatico più immediato per accattivarsi attenzioni. cosa fondamentale,mi sembra tu sia immune dal vortice egocentrico.beata te.
miri

casadivetro ha detto...

Grazie!
Sì, il bello terribile, quello che ti punge e ti aggroviglia le budella, ben diverso dall'estetica anestetica...

Anonimo ha detto...

morire la domenica,chiesa cattolica,estetica anestetica,provincia cronica...
miri

casadivetro ha detto...

esattamente.
baustelliana pure?

Anonimo ha detto...

ci puoi giurare jack.
miri

Anonimo ha detto...

blog veramente bello, complimenti!

lo ammetto, sono una fan della schecteriana fan nonchè (purtroppo) amante del cuculo, ma pur divertendomi non ho mai lasciato un commento nel suo blog.
qui ho respirato un'aria quasi domestica, terribilmente familiare direi..

saranno le immagini autunnali e il tono sarcastico/amaro con cui scrivi, sembra di vedersi allo specchio (:

diciamo che ho scoperto di essere anch'io una l.d. : sad and proud at the same time.
continua a scrivere, continuerò a leggerti..
giulia

casadivetro ha detto...

Grazie care, grazie tutte.
Ho così tanta roba da dire, oggi per esempio è stata una giornata memorabile da l.d..

un bacio,

Vale