venerdì 22 aprile 2011

Yes, I know your poetry.

Milano, ore 00.45.
James Blake l'alieno, il watusso, lo Svedese (come direbbe Philip Roth) si è palesato a noi sotto forma umana. Ha fatto 10 canzoni. Limit to your love è durata 10 minuti.
Da commozione Give Me My Month.
E domani gran giro di location per eventi nella Milàn che conta. Per lavoro, né.



aggiornamento 26/4: qui
aggiornamento 9/5: qui

5 commenti:

Anonimo ha detto...

era pieno di questi:

http://www.youtube.com/watch?v=Xzocvh60xBU

dannati siano i magazzini generali

xx

casadivetro ha detto...

xx,
la canzone è splendida.
"electropop meets southern hip hop", ahahah

E' vero, era pieno di hipster che parlavano, gliene fregava qualcosa di Blake? Io facevo fatica quasi ad applaudire, l'inedito poi è stato rovinato dal vociare soverchiante!

Anonimo ha detto...

Si ma infatti quando ho saputo che dovevo andare ai magazzini volevo trucidarmi da sola.
James Blake è un artista che va sentito in un buco di locale, con 50 persone in silenzio..

ma che cacchio c'era un casino assurdo, si sono zittiti semplicemente quando ha messo un pò di cassa dritta.

Io ero tipo in visibilio..

xx

Anonimo ha detto...

p.s non sei per niente lesbo-depressa in questa foto.

ne lesbo ne depressa.

xx

casadivetro ha detto...

La versione dritta di Klavierwerke ha steso l'ignobile marmaglia, vero. Il resto l'ho vissuto malissimo. Cioé, il concerto s'era trasformato in un "place-to-be". Ho visto....hipster dal capo d'angelo rimasti nell'East Side biennio '88-'89 rollarsi annoiati drum mentre sul palco....la reincarnazione di Joni Mitchell dub-contaminata.

Riguardo me, che dire, I don't know about my lovin' anymore.