In ambito medico si usa “heart’s chambers” per indicare le quattro camere (o cavità) cardiache, atri e ventricoli (sinistri e destri). Heart of chambers, quindi, appare come una storpiatura simile agli errori che fanno i bimbi prima di iniziare la scuola: “il pavone della coda”, “l’acqua del bicchiere”, oppure ancora “la casa della porta”.
Frasi insensate, ma incredibilmente piene di fantasia, di un forte potere evocativo che travalica la barriera realistica per addentrarsi in una dimensione di pura sinestesia, di metaforizzazione e simbolismo. Parole come immagini, mi ha detto Victoria Legrand dei Beach House – parole che fluttuano, che si manifestano come intuizione visiva che esula dalle convenzioni linguistiche, dalle rigide corrispondenze di significanza.
Creando l'espressione “cuore di/delle camere” (o forse semplicemente trascrivendola dopo averla immaginata o sognata - si sa, le idee non appartengono a nessuno, ma vengono colte in rari momenti di contatto con un mondo a noi altro) Victoria voleva cercare di farci arrivare qualcosa di nuovo, d'altro, di eccentrico alla lingua.
Cosa è perciò questo “cuore di camere”? Focalizzandoci sulla specificazione “di camere” che determina il soggetto “cuore”, si può procedere a tentativi, o come diceva Freud, tramite associazioni di idee. Il termine “camera” fa venire in mente la più comune idea di “casa”: in effetti, applicando il principio analogico, “cuore” e “casa” sono termini molto simili, quasi interscambiabili. In maniera più particolare, “cuore”, in ambito medico, ha una terminologia che può ricordare il concetto di casa: pareti e atrio (per non parlare di camere). Più generalmente la casa è il cuore di una persona – lo spazio degli affetti, un ambiente che evoca emozioni e ricordi. Viceversa quando si è innamorati di una persona e si sta con lei, ci si sente “come a casa”, a proprio agio.
Intrecciando tutto ciò non è difficile capire cosa ci voleva dire Victoria: “heart of chambers” può essere uno spazio immaginario delle emozioni, ma allo stesso tempo indica un piccolo, angusto ma intimo, quasi sacro, ambiente, il cuore della persona in cui vorremmo farci spazio e, come in una casa, entrare nelle sue stanze, esplorare le sue camere.
E quindi il testo ci appare così:
....Ti ho trovato rintanato nel tuo cuore di camera, solo, che sfogliavi un libro con le figure e avevi un umorismo che nessuno capisce più. Ti ho trovato in quello angolino ed eri stanco e già morto dentro, vorresti guidarmi? Vorrei essere quel qualcuno che riesca a insegnarti ad amare di nuovo.
Sono innamorata e vorrei che tu mi facessi entrare.