venerdì 29 aprile 2011

Vendo biglietto in più disperatamente

Vendo abbonamento per il Primavera Sound (25-29 Maggio) comprato a 170 (qui la line-up di quest'anno, qui il programma giornaliero) al prezzo di 150/155 euro.
Contattatemi qui per info e passaggio di consegna.

martedì 26 aprile 2011

Integrazione sociale

Pausa pranzo. Non ancora integrata col gruppo di giovani cross-mediali (e la mente mi va subito lì, a quei tamarri dei Justice di Cross, chissà quando uscirà il nuovo album), mi godo la mia oretta di libertà in solitudine. Snob, direte voi. Macché, oggi voglio mangiarmi un kebab (con la b, la mia meta è il tabiottino dei pakistani all'incrocio) e non essendo la cosa più facile da fare e piacevole da guardare/mostrare (salsa che esce, carne che fa capolino, pomodori fuggiaschi), preferisco tenermi lontana da occhi indiscreti e potenzialmente schifati dal modo poco regale con cui addento il meraviglioso panino.
Ma ecco che, al tabiottino, uno dei due commercianti, mentre mi condisce il panino (poca cipolla, poco piccante) e mi mette da parte una lattina di chinotto (che m'han detto faccia anni '70 e sia retrò), mi allunga il suo cellulare d'ultimagenerazione e mi dice se riesco a impostargli la connessione internet.
schiaffino, leggi bene, l'ennesimo sconosciuto che mi attacca bottone. E mentre il meraviglioso panino si raffredda, sto a parlare con un'operatrice del 155. E naturalmente scrivo su un post-it le istruzioni per configurare la connessione. E prometto che tornerò il giorno successivo (in realtà voglio un kebabbbagggratis) perché ormai "è un affare familiare".

p.s. il kebab era stato incartato in un doppio strato di carta d'alluminio. Ed era delizioso.
p.p.s. mentre scrivo ho accanto un ragazzo orsacchiottoso che canta Stevie Wonder con tanto di falsetto. Vorrei fargli il controcanto. La tentazione è forte. So anche il testo della canzone. Eddai.
p.p.p.s. l'entrata del palazzo dove lavoro è inquietante:
p.p.p.p.s. ricevere i complimenti dal capo non ha prezzo

venerdì 22 aprile 2011

Yes, I know your poetry.

Milano, ore 00.45.
James Blake l'alieno, il watusso, lo Svedese (come direbbe Philip Roth) si è palesato a noi sotto forma umana. Ha fatto 10 canzoni. Limit to your love è durata 10 minuti.
Da commozione Give Me My Month.
E domani gran giro di location per eventi nella Milàn che conta. Per lavoro, né.



aggiornamento 26/4: qui
aggiornamento 9/5: qui

domenica 17 aprile 2011

The horror! The horror!

Ascoltare e rabbrividire.
Il primo esempio è volutamente pacchiano. Bob Sinclar è il re dell'house politically correct e piaciona e, dopo l'Americano (pa-pa-papàra) di Carosone, quest'estate si danzerà con questo. (n.b. La Raffa come Lady Gaga che, in Alejandro, fa riferimento proprio la Carrà? E' una gara a indovinare chi cita chi, chi rincorre chi...)
Il secondo esempio fa riflettere sulla direzione che sta prendendo l'hype musicale in questo 2011 contrassegnato dal dubstep e da tutte le sue inflessioni.
Osannato da Pitchfork (ma non solo), scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale, è giunto a noi il progetto di un ventenne canadese, The Weeknd. 11 canzoni imbarazzanti con strutture armoniche ripetitive e noiose, abuso di autotune e falsetto su voce r'n'b, abuso di fuck, abuso di synth mal calibrati.
Ma soprattutto viene perpetrato un crimine orrendo: l'impietosa profanazione dei Beach House, campionati ed effettati con un high pitch che fa diventare la voce di Victoria Legrand uno sgradevolissimo cinguettio.
Ecco il risultato:



p.s. non contento di aver deturpato Master of None, i Beach House vengono seviziati anche qui.

mercoledì 13 aprile 2011

D'in su la vetta della torre antica



Solo una badilata di canzoni come questa o della Sarah Records possono consolarmi e stringermi e farmi "su, su, su, su". Sì, perché dover rinunciare ai primi due giorni (o forse a tutti e 5, chissà) del Primavera è una notizia talmente triste, ma talmente triste, ma talmente triste....

(grazie a C. della canzone)

martedì 12 aprile 2011

Amarcord Zainetto*

La cartella nuova ce l'ho. Il diario pure. Di zecca.
Devo solo fare la punta alle matite.

Il mio primo giorno di lavoro. Ci vado in bici, sono solo 8 chilometri.
ViaMichelin mi dice che dovrei metterci 33 minuti, ma ho visto che a fare quasi la stessa strada tre giorni fa ce ne ho impiegati solo 22 (arrivando con la bocca impastata e i polpacci dolenti, sì, vabbé, ok).
Poi c'ho sempre la paranoia che mi freghino la bici, perché è davvero bella. Le avevo dato, a suo tempo, pure un nome: Tootsie. Sì, perché quel rosa antico del telaio mi ricordava la cipria usata da Dustin Hoffman nel film omonimo. Ha pure i cambi ma come suggerisce l'Anna si dev'essere allentato il filo e il cambio m'è rimasto sul quinto, il più bastardo, da qui i polpacci alla Pantani, il fiato corto, la bocca da assunzione di cannabinolo eccetera eccetera.

*Zainetto, l'indimenticabile libro coi compiti delle vacanze per le elementari.