lunedì 4 ottobre 2010

Ottobre, di nuovo

Avere mezz’ora di tempo libero, andare in giro senza meta. Avere sotto i piedi il ciottolato di Città Alta, alzare leggermente la testa e sentire il toc rassicurante di una padella sul fuoco che proviene dalla finestra di una vecchia casa. Una sensazione piacevolmente domestica mi assale – come quando si sente un rumore che appartiene anche a te, un odore che fa parte della tua vita, una breve ma intensa impressione che appena cerchi di catturarla si ritrae, fugge via, lasciando una scia nell’aria che assomiglia a un dejà vu.

Avere dei brividini di freddo in una via ombreggiata, quindi spostarsi di pochi metri per essere baciati dal sole. Da quassù le foglie arancioni paiono fettine di mela caramellata, appese ai rami da un sottile filo di zucchero.

Nelle orecchie parte un brano di bossanova – lento, dilatato, distaccato, il tempo svanisce. Tutto è in bianco e nero, le persone parlano ma non hanno voce. Sono in un film anni ’60 e fumo lascivamente una sigaretta col bocchino. Ora sono Greta Garbo coi pantaloni e lancio sguardi algidi. Il teatro ha scintillanti lampadari accesi anche di giorno. Il fumo disegna nell’aria spirali e cerchi, arabeschi e frecce. Questa musica crea effetti speciali.

Mi lascio alle spalle ciottoli e foglie, penso a te, sorrido.


On air: Stan Getz&Charlie Byrd - Desafinado